Il dominio temporale dei papi nel concetto politico di Dante Alighieri

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Tip. Pontificia ed Arcivescovile dell' Imm. Concezione, 1881 - 431 pages
 

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Page 284 - Che uscir dovea di lui, e il chi, e il quale, Non pare indegno ad uomo d' intelletto : Ch' ei fu dell' alma Roma e di suo impero Nell' empireo ciel per padre eletto : La quale, e il quale (a voler dir lo vero) Fur stabiliti per lo loco santo, U' siede il successor del maggior Piero.
Page 372 - O donna, in cui la mia speranza vige, E che soffristi per la mia salute In Inferno lasciar le tue vestige; Di tante cose quante io ho vedute , Dal tuo podere e dalla tua bontate Riconosco la grazia e la virtute. Tu m...
Page 380 - Fuor sei dell' erte vie, fuor sei dell' arte. Vedi là il sol che in fronte ti riluce ; Vedi l' erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sè produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, nè mio cenno. Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Page 376 - Video autem aliam legem in membris meis repugnantem legi mentis meae, et captivantem me in lege peccati, quae est in membris meis.
Page 353 - Et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam: et tibi dabo claves regni caelorum. Et quodcumque ligaveris super terram, erit ligatum et in caelis: et quodcumque solveris super terram, erit solutum et in caelis
Page 312 - In quel gran seggio, a che tu gli occhi tieni, Per la corona che già v...
Page 229 - E se non fosse, che ancor lo mi vieta La riverenza delle somme chiavi, Che tu tenesti nella vita lieta, I' userei parole ancor più gravi ; Che la vostra avarizia il mondo attrista, Calcando i buoni e sollevando i pravi.
Page 341 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno...
Page 224 - Aquila che lasciò le penne al Carro, Perchè divenne mostro e poscia preda; Ch' io veggio certamente, e però il narro, 40 A darne tempo già stelle propinque, Sicuro d'ogni intoppo e d'ogni sbarro; Nel quale un Cinquecento Dieci e Cinque, Messo di Dio, anciderà la fuia, E quel Gigante che con lei delinque. 45 E forse che la mia narrazion buia, Qual Temi e Sfinge, men ti persuade, Perch...
Page 90 - ... erba si conosce per lo seme. In sul paese ch'Adige e Po riga, solea valore e cortesia trovarsi, prima che Federigo avesse briga: or può sicuramente indi passarsi per qualunque lasciasse, per vergogna, di ragionar coi buoni o d'appressarsi.

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