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l'amabile Fenelon, avea forze da innalzarsi alla piena perfezione della cristiana eloquenza. Perchè il perfettissimo Oratore sarà colui, il quale potrà per sì eccellente maniera congiungere e somma vivacità d'imagini e somma forza di ragioni e sommo calore di affetti, che tutto l'uomo, dirò così, sia signoreggiato dalla sua parola, e nè alla fantasia nè all' intelletto nè al cuore resti alcuna cosa da desiderare, ma tutte e tre le potenze sieno trionfate dalla verità, ed essa rappresentata sotto tutte le forme, che possono renderla amabile a quella misteriosa creatura che congiugnendo in se la carne e lo spirito ha bisogno per amarla pienamente che e le imagini sensibili e le ragioni spirituali agiscano insieme sopra quel cuore di cui si contrastan l'impero i sensi e la mente. Or ecco, viva al certo e dolce e ridente era l' imaginazione che sparse d' un sorriso di primavera il Telemaco: robustissima la ragione che informò i trattati filosofici: e quanta tenerezza e sublimità di purissimo amore ardesse in quella grand' anima lo dimostrano negli opuscoli ascetici perfino i pochi errori che egli condannò con tanta gloria. Ma i pochi Sermoni che abbiamo di lui sono i fiori primaticci della sua gioventù: tali però che ben ci mostrano a quant' altezza avrebbe potuto salire nella sua maturità.

Oh! questo perfettissimo Oratore sorga una volta, e sorga fra noi e ponga in sul capo all' Italia quella sola corona, la quale si può temere che ancora manchi alla maestra delle nazioni. Perchè sebbene abbiamo copia di buoni Oratori, sebbene Torniello non abbia chi lo pareggi nell' eccitare i teneri affetti, sebbene il Segneri sia veramente degnissimo di parlare agli eredi di quel popolo cui parlò Marco Tullio, possiamo noi stare a confronto di quei sommi Francesi? Ah un Goldoni, un Metastasio, un Alfieri rialzarono abbastanza onore del Teatro italiano. E la gloria del nostro Pergamo non avrà il suo restauratore? Checchè bestemmino in contrario certi snaturati figliuoli della classica terra, la sua fecondità non è ancora spossata: anche la nostra età ha prodotto artisti, letterati e filosofi non inferiori ai grandissimi delle altre nazioni che si arrogano la supremazia del sapere.

Non si deve adunque disperare nemmeno pel nostro Pergamo. Ma chi vorrà tentare l'alta impresa si ricordi che nulla gli varrà la scienza senza l'amore, o se a quest' amore non permetta di signoreggiare pienamente le sue composizioni.

Laonde per questa cagione si conviene molto applaudire l'Audisio ch' egli abbia con tanto studio e fervidezza di zelo eccitati alla santità della vita e alla pienezza dell' amore i bramosi di correre l'augusto arringo del Pergamo.

Dio voglia che le Lezioni ottengano l'intero frutto a cui sono ordinate! che elle possano sterminare d'Italia la maledizione della nuova e profana maniera di predicare, alla quale con tanto danno dell' anime si vede purtroppo gittarsi, allettati dal plauso de' mondani, taluni che altramente potrebbero rialzare le ruine della casa del Signore! che, come nel nostro Seminario ed in altri assai, poste per l'intera penisola in mano ai giovani alunni del Santuario, siano a tutti potente conforto all' acquisto della sapienza e della carità sacerdotale! che alcuno fra essi, imbevendosi altamente del loro spirito, incarni in se l'idea di quel perfettissimo Oratore che nel fine dell' Opera con tanta magnificenza disegna il cattolico Quintiliano!

Io auguro a me ed al mio caro e riverito Parenti, la beata sorte di udire questa Parola sublime: e intanto sinceramente mi professo

Modena 12 novembre 1845.

Suo Affmo Serv. ed Amico

D. DOMENICO RICCI.

AVVISO TIPOGRAFICO

DELLA IMITAZIONE DI CRISTO

LIBRI QUATTRO

SECONDO L'ANTICO VOLGARIZZAMENTO TOSCANO RIDOTTO A CORRETTA LEZIONE COL RISCONTRO DI VARJ TESTI

La edizione di questo volgarizzamento, compitasi in Mo

dena l'anno scorso, (*) ebbe un' accoglienza conforme all' intrinseca bontà dell'originale, alla purezza del toscano dettato, alla diligenza così nel formale della emendazione come nel materiale della esecuzion tipografica. La quale accoglienza, onorata da voti che potrebbero pur singolarmente valere per tutta una moltitudine, fu poi coronata dall' approvazione dell' I. e R. Accademia della Crusca, da cui l'opera fu, secondo quello stampato, riposta fra' testi che si citano nella quinta impressione del suo Vocabolario. Ora per soddisfare alle nuove inchieste d'un libro sì caro a' cultori della Religione e de' buoni studj, e per contentare ad un tempo il desiderio di quelli che lo ricercano in sesto più ristretto del precedente, si è creduto bene di dar opera ad un' altra impressione, in ottavo piccolo, sopra buona carta lavorata a mano, e con caratteri nuovi; avvertendo ancora che a riguardo di que' lettori cui giovar non potessero il ragionamento proemiale e le osservazioni finali, messe in grazia degli studiosi, una parte degli esemplari si darà compita colla sola impressione del testo. Al miglior effetto di questo divisamento contribuirà l'assi

(*) Veggasi a tal proposito il Ragionamento impresso nella serie precedente di queste memorie, tom. xviii, facc. 185 e segg.

stenza di quel medesimo Professore per cura del quale è stato ridotto il volgarizzamento a corretta lettera.

L'edizione sarà eseguita nella tipografia Cappelli.

Le dimande dovranno essere indiritte all' infranominato editore, con recapito alla medesima tipografia.

Il prezzo, per gli associati, non oltrepasserà, per ogni copia con note, It. L. 1, c. 50; senza note, It. L. 1, c. 20.

PASQUALE MINGHETTI

EDITORE PROPRIETARIO

M. 6.

000.0

CONSIDERAZIONI

STORICO-GIURIDICHE

SULLE

RELAZIONI DELLA CHIESA CON LO STATO E SULLE COSÌ DETTE LIBERTÀ GALLICANE

I

Tutti ciancian oggi, tutti scrivono sulle libertà

gallicane, sugli appelli così detti d'abuso, sui concordati, sulle pretese verificazioni delle bolle pontificie, ed altre quistioni simili rinnovate in Francia ad occasione della lotta che colà sostiene un Clero sapientissimo per la difesa delle dottrine cattoliche e per la conquista della libertà d'insegnamento. Ogni giornalista trincia sentenze come fosse un canonista consummato; e i lettori se le bevono senza pensarci su più che tanto. Siam ben lontani dal voler metter mano in una controversia, a cui prendon parte i più illustri ingegni dell' episcopato e della tribuna francese. Non è nostro intendimento di opporre un argine, o qualche rettificazione alla gran massa d'opinioni sparse dalla stampa, spesso frivola o maligna. Sarebbe un' impresa troppo sproporzionata alle nostre spalle. Vogliam solo, per vantaggio di que' pochissimi ai quali piacerà leggere questo scritto, ricordare la storia de' fatti re

T. 11.

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