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j. 4.

SOPRA L'ISTITUTO

DELLE FIGLIE DELLA PROVIDENZA ·

PER L'EDUCAZIONE

DELLE FANCIULLE SORDE-MUTE

(v. il Tomo antecedente a facc. 379)

PARTE SECONDA

Molto si è operato finora alla grand' opera dell'

istruzione de' sordi-muti; e tutte a gara le incivilite nazioni non solo d' Europa, ma d' Asia e d'America per diversi provedimenti concorrono ad alleviare un tanto infortunio. Tuttavia chi per mente illuminata e per cuore caritatevole prenda a considerare le diverse Istituzioni, avviserà in esse due mancanze che desiderano tuttora un provido compimento. Riguarda la prima l'insegnamento della parola intellettuale, pel quale bisognerebbe al lume della filosofia rifondere quasi di nuovo e creare la scienza grammaticale. E questo bisogno era pur di recente proclamato anche dall' illustre Lorenzo di Jussieu, che sedendo Preside nella solenne distribuzione de' premj all' Istituzione Reale de' sordi-muti di Parigi nel 1843, notava alla presenza di tutti que' valenti professori come, nonostante i loro sforzi generosi per l'avanzamento dell'arte benefica, rimaneva tuttavia per questo insegnamento una cosa da desiderare; e questa era

appunto lo studio della lingua, che sola può restituir completamente li sordi-muti alla civil società. (26) Riguarda la seconda il provedimento degli infelici sordi-muti e specialmente delle fanciulle, terminati gli anni dell'istituzione.

Ora dunque al bisogno di questo particolare provedimento limitando noi le considerazioni troviamo che, secondo i diversi disciplinari regolamenti, son le fanciulle sorde-mute ricevute ne' benefici Istituti tra gli otto circa ed i quattordici anni per essere rimesse alle case paterne dopo sei od otto anni di ammaestramento; quando appunto più vigorose cominciano a svilupparsi in esse le passioni, quando più incantatrici appajono alla fantasia le lusinghe del mondo, quando più urgente fassi il bisogno di particolari istruzioni e di vigile custodia. Or all' istante in cui le semplici movono il piede del luogo, ove loro fu aperto l'ingresso all' umana e divina sapienza, cessa per esse il pane della divina parola che nella nuova carriera potrebbe sostenerne le forze contro i nemici assalti; nè può al bisogno sopperire la morta lettura, come saprà argomentare ogni saggio, e con ragione cento volte maggiore, considerando a che valga il giovinetto nella latina favella compito il corso gramaticale. Le meschinelle rientrate poi nel mondo, e spesso orfane di genitori, perchè spesso la loro infermità accusa un difetto nella origine; appartenenti d' ordinario alla povera classe, e impotenti per la disgrazia

(26) V. Annales de l'éducation des sourds-muets. Vol. 1. n. 4. pag. 218.

loro a gran parte di quegli offici pe' quali l'altre fanciulle valgono a sostentarsi decentemente la vita, sono pur pochi i mezzi d'industria che rimangono loro d' innanzi a guadagnarsi un pane innocente! Incaute colombe son esse le prime vittime tradite dalla rapacità d' un barbaro mondo. Quindi spalancata per esse la porta del disordine; e quasi unica tavola nel naufragio rimane loro un matrimonio. Ma quale matrimonio? Chi sosterrà i vincoli del genio, negatone ad essi l' afforzamento pei dolci legami della parola; e quando invece della soave comunicazione degli affetti intimi e de' pensieri, necessitato sia un duro sacrifizio di pazienza e di studio, per appalesare o comprendere gli scambievoli bisogni? Se per natura la donna è destinata al governo della famiglia, qual governo, dove nè possa ella esattamente intendere quanti di necessità hanno a lei ricorso, nè chiaramente manifestare quanto ella si ordini! Inoltre le osservazioni statistiche dimostrano la funesta disavventura essere di frequente trasmissibile da' genitori ne' figli. Tali matrimonj apriran dunque di leggeri l'ingresso al moltiplicamento degl' infelici. E se pure benefizio del cielo doni loro figli parlanti, quale potrà a questi figli donare istruzione una madre sorda-muta, bisognosa spesso di lucrarsi il vitto col sudor della fronte? Dirassi, nessuna legge umana poter togliere all' infelice sorda-muta un diritto sacro per natura. E ciò è fuori di ogni controversia. Ma appunto di ciò fassi conseguente ed aperto il bisogno di altro salutare provedimento. E le triste conseguenze che noi poniamo sott' oc

chio fossero pure eccedenti speculativi timori! Ma purtroppo parla tutto giorno una lagrimevole esperienza, e parla in ogni luogo, e parla a voci altissime. E queste voci furono ben intese alla mente di quelle illustri Dame Parigine le quali caritatevolmente associate a proteggere la sorte delle povere figlie sorde-mute uscite dell'Istituto, videro come queste infelici, qual che si fosse il loro collocamento, perdevano presto il frutto della istruzion ricevuta, e che la loro inferiorità rispetto alle altre figlie parlanti attirava sopra loro la severità di chi le accoglieva, senza che alcun provido consiglio potesse dirigerle ne' loro lavori, nè alcuna espressione di benevolenza venisse a consolare la loro miseria. Perciò con magnanimo pensiero ideavano esse, e nel 1830 aprivano in effetto una casa d'asilo, dove potessero le povere ed orfane sordemute, all' uscire dell' Istituto, salvarsi da' tanti danni, a cui sarebbero esposte; e invece trovar ivi li beni per loro più necessarj e preziosi. (7) Queste voci furono ben sentite al cuore di quelle generose Sorelle della Carità che nel 1843 accettavano la direzione delle sorde-mute di Nevers; nè meglio saprei io ridirlo che per le parole del Presidente M. Maillères nella solenne Distribuzione de' premj al Reale Istituto di Bordeaux. « Voi (diceva egli) << vi maravigliereste a ragione, o Signori, se io non «< chiamassi la vostra mente sopra l' attiva e va<< lida cooperazione delle Sorelle della Carità, cui

(27) V. L' Ami de la Religion. Tom. 76. N. 2119. pag. 378. Annales de l'éducation des sourds-muets. Vol. I, pag. 104.

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