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SERMONE QUARTO

Del Verbo della vita, ovvero della vita eterna.

De verbo vitae.

1. 10. 1.

Perchè le cose grandi e mirabili che sono remote dai sensi nostri con difficoltà si credono, il beato Giovanni, come avete udito di sopra, fratelli dilettissimi, a testificar della parola della vita disse: Quel che fu da principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiam veduto con gli occhi nostri, quel che abbiano veduto e che hanno toccato le nostre mani. Nelle quali parole abbiamo dimostrato, e lui aver renduto efficacissimo testimonio del Verbo che fu da principio, e ancor noi ci siamo sforzati di renderlo in parte a vostre carità. Ma perchè abbiam parlato solamente del Verbo, secondo che fu da principio, fermato il testimonio, comincia ora estendersi a quello che le orecchie vostre desiderano di udire. Conciosiacosachè tutti gli uomini desiderino la beatitudine e la vita eterna, odono volentieri dove quella acquistar possano, se credono all' uomo che la narra. Nientedimanco alcuni non l'odono volentieri, perchè non credono, perchè questi hanno costituito la lor vita nei piaceri del mondo. Onde più volentieri odono quelli che insegnano il modo e la via di trovare i piaceri e prenderli. Ma gli uomini che vanno alla vera vita odono volentieri della vita eterna. Ecco che il Signore Gesù, promettendo alla Samaritana l'acqua, la quale chi l'avesse bevuta non averia avuto sete in eterno, subito eccitò il suo desiderio. Onde disse: Signore, dammi quest' acqua, acciò non abbia sete e non venga

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

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qui di nuovo a trarla (1). Oggi ancora a noi il beato Giovanni propone la vita eterna. Se adunque non sarete sonnolenti, se non sarete di quelli il cuor dei quali è spinoso, ovvero di pietra, penso che ecciterà il vostro desiderio a desiderar la vita eterna. Orsù, adunque aprite l'orecchie, e preparate i cuori, e drizzate a me gli occhi.

Lasciate ormai i pensieri del secolo, e ricordatevi del vostro Creatore, e abbiate misericordia alle anime vostre. Ritornate al cuore, o prevaricatori. Avete mai udito quel che dice il salmista? Udirò, dice David, quel che in me parli il Signor Dio, perchè parlerà la pace nella sua plebe e sopra i santi suoi e in quelli che si convertono al cuore (2). Onde è manifesto che qui a noi parla il Signore. Ma non giova udir con le orecchie carnali di fuori, se non udiamo di dentro, perocchè dice: Udirò quel che in me parli il Signor Dio, e perchè parlerà a quelli che si convertono al cuore.

Se adunque non vi convertite al cuore a voi non parlerà il Signore ; e se esso a voi non parla niente intenderete, e se niente intenderete, non farete profitto alcuno, anzi mancherete, e io niente vi gioverò. Non vogliate dire come i Giudei, i quali udendo il Signore dissero a Moisè: Parlane tu e udiremo; non parli a noi Dio (3). Perchè non è terribile al presente il Signore, come allora. Dappoichè s'è vestito di carne e fatto dolce; onde dice che parlerà la pace nella sua plebe e sopra i santi suoi. Udite adunque quel che per la bocca di San Giovanni e per la bocca mia a voi parla il Signore, perchè renderemo e grande e certo testimonio di quelle cose che siamo per dirvi. Che cosa è questa parola della vita, perocchè dice: Della parola della vita? Ma che è questa parola? Due parole ha detto cioè della parola e della vita. Uno è alto, l'altro è dolce; uno conforta e leva l'intelletto, l'altro pasce l'affetto. E questa è tutta la vita beata intender Dio, e amarlo. Ma quando tu odi parola, guarda che non credi esser come la parola nostra, che ha qualche cosa simile con la parola di Dio, nondimeno è molto dissimile; perchè la parola nostra mai non è tutta, ma si proferisce una sillaba dopo l'altra, e quando una sillaba è pronunziata succede l'altra, e quella prima manca di essere; ma

(1) Io. 4.

(2) Psal. 48.
(3) Exod. 20.

non intendere così della parola di Dio, per la quale tutte le cose sono fatte, perchè la è tutta insieme e non ha parti, perchè quella sta sempre ferma e mai non manca. Onde di lui si dice: Può tutte le cose, e permanendo in sè medesimo, rinnuova tutte le cose (1). Nè procede come la voce per una parte dopo un' altra parte, ma tutta insieme. Nel vero se la luce del sole si diffonde e sparge in un istante per tutto l'emisfero, come provano i filosofi, molto maggiormente la luce eterna tutta insieme procedè dal padre. La parola, come dice il sapiente, è il candore della luce eterna, e ivi, come dice l'Apostolo, è lo splendore della gloria (2). Nè intendere come della parola nostra che dipoi che tutta è proferita, manca di essere; perchè la parola di Dio stà in eterno. Onde dice Isaia: Ogni carne è fieno e ogni gloria sua è quasi un fior del campo; e soggiunge: È seccato il fieno, e cascato il fiore (3). La parola del Signore sta in eterno. Nè intendere che, come la parola nostra è separata da noi quando è pronunziata, così la parola del padre sia separata dal padre. Esso dice: Io e il padre siamo una cosa; e in un altro luogo: Io sono nel padre e il padre è in me (4). Ma ha qualche cosa simile; imperocchè la parola nostra in ogni luogo tutta si diffonde alle orecchie di ciascuno, e a tutti rappresenta una cosa medesima, e avvenga che tutti egualmente non intendano, dichiara il concetto della mente. E così la parola del padre in cadaun luogo è tutta per essenza, potenza e sapienza. S'io ascenderò in cielo, dice David, tu sei li, s'io descenderò all' inferno, tu sei presente (5). Dice ancora il sapiente: E arriva in ciascun luogo per la sua mondizia (6). E ancora nella patria Dio a tutti rappresenta e tutte le altre cose, che vedono i santi, non successivamente ma insieme. Onde è come uno specchio, nel quale si vedono insieme tutte le cose che sono in quello. Imperocchè di quello si dice specchio senza macula della maestà di Dio, e imagine della bontà di quello (7). Così come la parola nostra dichiara il secreto della mente, così ancora questa parola a noi ha mani

(1) Sap. 7.
(2) Hebr. 1.
(3) Isa. 41.

(4) Io. 6.14.
(5) Psal. 138.
(6) Sap. 7.

(7) Ibi.

festato il segreto del Padre. Onde si dice: Niuno vide Dio giammai; l'unigenito figliuolo ch'è nel seno del padre, esso l'ha enarrato. E la verità dice al padre: Io ti ho clarificato sopra la terra (1); e l'Apostolo dice della salute nostra, la qual il mondo non sapeva: Le quali cose cominciate a narrarsi per il Signore da quelli che udirono sì sono confirmate in noi, rendendo Dio testimonio con segni e portenti e varie virtù e varie distribuzioni del Spirito santo secondo la sua volontà (2). E esso Signore avanti Pilato dice: Io a questo son nato e per questo son venuto nel mondo per dar testimonio alla verità. Ma in che modo l'ha narrato? Per la carne assunta. Imperocchè così come la parola del cuore si manifesta per la parola della voce, cosi la parola di Dio per la carne assunta s'è fatta visibile agli uomini. Onde avendo detto san Giovanni: II Verbo s'è fatto carne, subito soggiunge e ha abitato in noi; e seguita immediate e abbiam visto la gloria sua, come dell' Unigenito del padre pieno di grazia e verità (3). E in questo modo si dice la parola della vita; imperocchè per questo a noi ha data la vita; onde parlando delle sue pecore dice: Io son venuto acciocchè abbino la vita e l'abbino più abbondantemente (4). Ma vediamo in che modo questo sia vero. Qualche volta il vivere si toglie per l'operazione de' viventi; onde si dice ancora dal filosofo, che vivendo gli altri animali per imaginazioni e memorie, l' uomo vive per l'arte e per la ragione. L'operazione de' viventi è generalmente in tre modi secondo che l'anima è di tre maniere, cioè vegetativa, sensitiva e intellettiva, perocchè l'operazione dell' anima vegetativa è nutrire, accrescere e generare, e l'operazion della sensitiva è sentire per i sensi esteriori e interiori, desiderare, e ancora moversi secondo il luogo quanto agli animali più perfetti. L'operazion dell' anima intellettiva è intendere e amare. Item qualche volta la vita si toglie per l'operazione nella quale l'uomo si diletta, ovver nella quale sta frequentemente, e per quello che si piglia in questo modo sogliamo dire: questo uomo vive in contemplazione, e quel vive in piaceri, e la vita di quest'uomo è la contemplazione, e la vita di quello è il canto; e secondo questo distinguiamo la vita contemplativa dall' attiva. Questo

(1) Io. 17.

(2) Io. 18.
(3) Io. 1.

(4) Io. 10.

Verbo adunque è il Verbo della vita in qualunque modo si pigli la vita. Imperocchè se questa parola si piglia per l'esser de' viventi, dà l'essere a tutti i viventi, imperocchè per quella tutte le cose son fatte. Similmente pasce e nutrisce tutte le cose. Risguarda gli uccelli del cielo, perchè non seminano, nè mietono, nè congregano nei granari, il padre vostro celeste gli pasce, e se il padre li pasce, adunque li pasce anche il figliuolo, perchè tutte le cose che fa il padre le fa anco il figliuolo. Onde egli dice: Il padre mio infino a questo tempo opera, e io opero; e soggiunge: Perchè tutte le cose che fa il padre, quelle similmente le fa ancora il figliuolo (1). E però voi, poveri, non vogliate temere, ricorrete a questo Verbo che pasce tutte le cose, perchè non del solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio (2). E certamente esso a voi darà il pane non solamente in terra, ma ancora nel cielo. Io sono il pane vivo, dice egli, che son disceso dal cielo (3). Se adunque vi dà il più, non vi darà il manco? Se il fieno del campo il quale oggi è e dimane si mette nel forno, Dio così veste, quanto più vestirà voi, o di poca fede? Similmente questo è la parola che dà la vita della intelligenza. Fonte di sapienza è la parola di Dio negli eccelsi, dice lo Ecclesiastico (4). Di qui il sapiente quella domandava dicendo: Dammi la sapienza assistitrice delle tue sedi; e di sotto dice: Manda quella dai cieli santi tuoi, e dalla sedia della tua grandezza che sia meco, e meco si affatichi acciò ch'io sappia quello che sia accetto appresso di te (5). Questa, dico, è la parola che dà la vita della conversazione e delle sante operazioni, ed è fonte di tutta la vita spirituale; imperocchè, come dice l'Apostolo, ha proposto nella plenitudine di tempi instaurare e reintegrare tutte le cose in Cristo, quelle cose che sono in cielo e quelle che sono in terra (6). In esso, perocchè la vita cristiana consiste in fede, speranza e carità. Se alcuno avrà queste cose, ancora che non abbia operato gran cose, non potendo operare, sarà salvo. Imperocchè della fede, si dice a, quello che non opera: A quello che crede in Cristo, il

(1) Io. 5.

(2) Math. 4.

(3) Io. 6.

(4) Eccles. 31.

(5) Sap. 9.

(6) Eph. 1.

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