Liriche edite ed inedite di Fazio degli Uberti: Testo critico, preceduto da una introduzione sulla famiglia e sulla vita dell'autore

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G.C. Sansoni, 1883 - 260 pages
 

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Page ccxiv - In quel gran seggio, a che tu gli occhi tieni, Per la corona che già v'è su posta, Prima che tu a queste nozze ceni, Sederà l'alma, che fla giù agosta, Dell'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia Verrà in prima ch'ella sia disposta.
Page ccclxvi - Poeti antichi raccolti da' Codici Mss. della Biblioteca Vaticana e Barberina da Monsignor Leone Allacci.
Page xlviii - ... buono uomo cittadino scampò la nostra città di Firenze da tanta furia , distruggimento , ruina. Ma poi il detto popolo di Firenze ne fu ingrato , male conoscente contra il detto messer Farinata , e sua progenia e lignaggio , come innanzi faremo menzione. Ma per la sconoscenza dello ingrato popolo, nondimeno é da commendare, e da fare notabile memoria del virtudioso e buono cittadino, che fece a guisa del buono antico Cammillo di Roma, come racconta Valerio , e Tito Livio.
Page lxix - Ond'io a lui : Lo strazio e il grande scempio, Che fece l'Arbia colorata in rosso, Tale orazion fa far nel nostro tempio. Poi ch'ebbe sospirando il capo scosso, A ciò non fui io sol, disse, né certo Senza cagìon sarei con gli altri mosso : Ma fu' io sol colà, dove sofferto Fu per ciascun di torre via Fiorenza, Colui che la difese a viso aperto.
Page cccxlv - Carlo Witte ha intralasciato il pensiero di ripubblicare le Rime di Dante, quando la faremo noi in Italia questa edizione critica, critica veramente, ed in tutto, nel testo, nella elezione, nella distribuzione, nelle dichiarazioni e nei confronti? E sarebbe pur necessaria, certo più che una ristampa della Divina Commedia, a intendere adeguatamente lo svolgimento e le fasi dell' ingegno e della poesia di Dante.
Page ccxcix - CARDUCCI, Intorno ad alcune rime dei secoli XIII e XIV ritrovate nei Memoriali dell'Archivio Notarile di Bologna,
Page lxxii - Firenze, che siccome traditori della corona fossono giudicati : a' quali fu loro tagliate le teste il di di san Michele di Maggio. E la mattina, quando s'andavano a giudicare , Neracozzo domandò messere Azzolino : ove andiamo noi ? rispuose il cavaliere : a pagare uno debito che ci lasciarono i nostri padri : salvo che Conticino , il quale , perché era giovane , fu mandato nel Regno preso , e morì in pregione nelle torri di Capeva . GAP.
Page 23 - Ciascuna lei saluta: ed ella allora, per più bella festa, 30 poniesi in su la testa la ghirlandetta, che sì ben le stava, che l'una a l'altra a dito la mostrava. Da poco stante a guisa d'una spera dinanzi a l'altre la ne vidi andare, 35 paoneggiando per le verdi piagge.
Page 28 - Sicch' io potessi quella treccia bionda Disfarla ad onda ad onda; E far de' suoi begli occhi a' miei due specchi, Che lucon sì, che non trovan parecchi.
Page ccxxxiii - Poscia al Pastor mi volsi per rampogna: * E tu ti stai, che sei Vicar di Cristo, Co...

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