Opere di Tommaso CampanellaCugini Pomba e comp., 1854 - 352 pages |
Common terms and phrases
alcuni ALESSANDRO D'ANCONA amore Aristotile assai astrologiche Baroni bisogna buoni Campanella Canzone carceri Carlo Magno causa ch'è chè chiama Chiesa cielo città colla comune congiura conoscere Cons corpo Cristianesimo Cristiani Cristo d'ogni dice divina dominio donne dottrine Duca enti eresia eretici fece Fiandra figli filosofia forza Frà Francesi Francia frati gente Germania GIANNONE governo gran guerra imperio Jafet l'altro l'amore l'imperio lasciando legge libro Lutero Madrigale male manca mandar medesimo mente Metafisica Monarchia Mondo Nuovo morte mostra Napoli natura naturale nazioni nemici opere padre paese Papa peccato piglia Platone poco politica ponno popoli possa possanza predicatori principi proprio prudenza quod ragione regno regno di Napoli religione republica Romani rovina Santo sapere sapienza savio scienza secolo senno serve Signore Socrate sofisti soldati Sonetto Spagna Spagnuoli terra tiranni Tommaso Tommaso Campanella trova Turco umano uomini vede vero vescovo virtù Xarava zione
Popular passages
Page 67 - II popolo è una bestia varia e grossa, ch'ignora le sue forze; e però stassi a pesi e botte di legni e di sassi, guidato da un fanciul che non ha possa, ch'egli potria disfar con una scossa, ma lo teme e lo serve a tutti spassi.
Page clxxxiv - E hassi ad intendere questo, che uno principe, e massime uno principe nuovo, non può osservare tutte quelle cose per le quali gli uomini sono tenuti buoni, sendo spesso necessitato, per mantenere lo stato, operare contro alla fede, contro alla carità, contro alla umanità, contro alla religione; e però bisogna che egli abbia uno animo disposto a volgersi secondo ch'e...
Page 68 - ... ch'egli potria disfar con una scossa, ma lo teme e lo serve a tutti spassi. Né sa quanto è temuto, che i bombassi fanno un incanto, che i sensi gli ingrossa. Cosa stupenda! E...
Page xlix - Donde ei si nasca io non so, ma ei si vede per gli antichi e per gli moderni esempli che mai non venne alcuno grave accidente in una città o in una provincia che non sia stato, o da indovini o da rivelazioni o da prodigi o da altri segni celesti, predetto.
Page 159 - Musa latina, vieni meco a canzone novella: te al novo onor chiama quinci la squilla mia, sperando imponer fine al miserabile verso, per te tornando al già lagrimato die. Al novo secolo lingua nova instrumento rinasca: può nova progenie il canto novello fare.
Page 231 - Ho veduto Mosè , Osiride, Giove, Mercurio, Licurgo, Pompilio, Pitagora, Zamolhim, Solone, Caronda , Feronea e moltissimi altri. Che più? Hanno dipinto lo stesso Maometto, che però reputano fallace ed inonesto legislatore. Ma vidi l'immagine di Gesù Cristo essere stata collocata in .un posto eminentissimo, assieme a quelle dei dodici Apostoli da essi altamente venerati , e creduti siccome -superiori agli uomini. Sotto i portici esterni osservai dipinti Cesare, Alessandro, Pirro, Annibale e'd altri...
Page 14 - Questi principi son veri e sopremi della scoverta gran filosofia, rimedio contra la trina bugia, sotto cui tu piangendo, o mondo, fremi. Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno, ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno, tutti a que...
Page 44 - Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi. E assomiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi, che, quando s'adirano, allagano e...
Page 22 - S'è' vive, perdi; e s'è' muore, esce un lampo di deità dal corpo per te scisso, che le tenebre tue non han più scampo. San Paolo disse: «Stipendium peccati mors». La Sapienza: «Invidia Diaboli mors introivit». Che sia figlia del niente, è dichiarato in Metafisica. Come Cristo vinse la morte morendo, è noto tra' teologi, ed io non dichiaro qui se non i sensi occulti e proprii dell'autore.
Page 12 - Dio infinito essa procedere; a cui s'arriva col sillogismo, come per strale allo scopo, perché dal simile effetto alla causa si va lontanamente; s'arriva con l'autorità, come per mano d'altri si tocca un oggetto, ancora che questo sapere sia lontano e di poco gusto. Ma solo chi s' illuia, cioè chi si fa lui, cioè Dio, e chi s' incinge, cioè s' impregna di Dio, vien certo della divinità e lieto conoscitore e beato : perché è penetrante e penetrato da quella.