Opere, Volume 10Zanichelli, 1898 |
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Popular passages
Page 216 - Oh beati ! a lor più bello Spunta il sol de' giorni santi ; Ma che fia di chi rubello Torse, ahi stolto ! i passi erranti Nel sentier che a morte guida?
Page 183 - Come il padre ai figli intenti Narra i casi che già furo, Si mostrò quel sommo Sole Che, parlando in lor parole, Alla terra iddio giurò; Quando Aggeo, quando Isaia Mallevaro al mondo intero Che il Bramato un dì verria ; Quando, assorto in suo pensiero, Lesse i giorni numerati, E degli anni ancor non nati Daniel si ricordò.
Page 213 - O fratelli, il santo rito Sol di gaudio oggi ragiona ; Oggi è giorno di convito ; Oggi esulta ogni persona: Non è madre che sia schiva Della spoglia più festiva I suoi bamboli vestir. Sia...
Page 46 - ... vi dico in verità che se il popolo si desta Dio si mette alla sua testa, la sua folgore gli dà.
Page 214 - Sia frugal del ricco il pasto ; Ogni mensa abbia i suoi doni; E il tesor negato al fasto Di superbe imbandigioni, Scorra amico all'umil tetto , Faccia il desco poveretto Più ridente oggi apparir. Lunge il grido e la tempesta De...
Page 49 - ... erravano ad ora ad ora sulle sue labbra, facili, ispirati, spontanei come il canto dell'allodola in sul mattino, che il popolo raccoglieva e ch'egli dimenticava.
Page 215 - De' tripudi inverecondi : L'allegrezza non è questa Di che i giusti son giocondi; Ma pacata in suo contegno Ma celeste, come segno Della gioia che verrà. O beati! a lor più bello Spunta il sol de' giorni santi; Ma che fia di chi rubello Torse, ahi stolto!
Page 398 - Non mi so più dolere, miei cari amici; e la coscienza che ho della grandezza della mia infelicità, non comporta l'uso delle querele. Ho perduto tutto: sono un tronco che sente e pena.
Page 98 - I traduttori, volendo mettere in vista la difficoltà delle traduzioni, calcano unicamente sopra la diversità del linguaggio; ma non mostrano di sentire un'altra difficoltà, con cui è lor necessario di lottare, e che, per mio credere, è ancora più grande : voglio dire quella che nasce dalla diversità della versificazione.
Page 407 - L'altre sedi parer vide a' suoi figli. Senton gli estrani, ogni memoria un nulla Esser a quella ond'è l'Italia erede; Sentono, ogni lor patria esser fanciulla Verso colei ch'ogni grandezza eccede; E veggon ben che se strozzate in culla Non fosser quante doti il ciel concede, Se fosse Italia ancor per poco sciolta, Regina torneria la terza volta.