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gello*; e al capo dell'assemblea tre verghe e tre paia, incluso il paio di guanti muliebri; ridiamo nel sentire che uomini come noi vengan chiamati angeli e spiriti, e ch'essi camminino come i sette pianetit, e che sono nel terzo cielo, ed altre siffatte puerilità, dette e fatte con una gravità più che seria; ma al riso succederebbe sentimento ben diverso, se non sapessimo che sono allegorie innocenti.

Dante ci significa in cento modi che la donna della sua mente era la sua mente stessa; oltre i luoghi preallegati, eccone altri della stessa Vita Nuova: "Chi volesse sottilmente considerare quella Beatrice chiamerebbe Amore, per la molta simiglianza che ha meco." (p. 40.) E perciò si protesta non poter trattar di lei senza lodar sè stesso: "Non è convenevole a me trattare di ciò, per quello che, trattando, converrebbe essere me laudatore di me medesimo, la qual cosa al postutto è biasimevole a chi il fa, e perciò lascio cotale trattato ad altro chiosatore. Tuttavia, perocchè il numero del nove ha preso luogo tralle parole dinanzi, pare che non sia senza ragione.” (p. 48.) Passando perciò a render ragione di questo nove, del cui mistero ha seminato tante di quelle sue pagine, segue a discorrerla così: " Questo numero fu amico di lei, per dare ad intendere che nella sua generazione tutti e nove li mobili cieli perfettissima MENTE s'avevano insieme. Questa è una ragione di ciò; ma più sottilmente pensando, secondo la infallibile VERITÀ, questo numero fu ella medesima, PER SIMILITUDINE, DICO; e ciò intendo così. Lo numero del tre è la radice del nove, siccome vedemo manifestamente

* "One pair of men's, one pair of women's, and two sticks of sealing-wax," (Light on Masonry, p. 220.) cioè, di cera da suggello. Dante, dopo che si è riunito alla sua donna, il che adombra questo grado, dice a lei:

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...... sì come cera da suggello,

Che la figura impressa non trasmuta,

Segnato è ora di voi lo mio cervello."-(Purg., xxxiii.)

+"D. Qu'avez vous trouvé? R. Un nouveau Ciel, une nouvelle Terre. -D. Comment avez vous marché dans ce monde nouveau? R. Comme les planètes dans le Firmament." (Les Francs-Maçons, p. 235.)

"Lodare sè è da fuggire, siccome male per accidente: laido nella punta delle parole, e vituperio chi cerca loro nel ventre." (Convito.)

che tre via tre fa nove. Dunque se'l tre per sè medesimo è fattor del nove, e il fattor de'miracoli per sè medesimo è tre, cioè, Padre, Figliuolo e Spirito Santo, li quali sono tre ed uno; questa donna fu accompagnata da questo numero del nove, a dare ad intendere ch'ella era un nove, cioè un miracolo, la cui radice, cioè del miracolo, è solamente la mirabile Trinità."

Oltremodo stravagante, anzi stomachevole ed empio direi un tal discorso; se il poeta nello scrivere che la donna della sua mente, o la sua mente stessa (che son tutt'uno) è PER SIMILITUDINE ciò ch'egli ha espresso, non ne avesse con quella sola clausola tolto ogni veleno; poichè l'anima nostra è realmente similitudine dell'eterna essenza che in noi la inspirò col suo fiato. Chi volesse riferire le autorità de' teologi, e massime scolastici, i quali considerano nelle tre potenze dell'anima la similitudine delle tre divine persone, n'empirebbe molte e molte carte.

Or ch'egli ci ha espresso che la sua mente, detta da lui sua donna, è così per similitudine in tre distinta, chi sarà sì cieco da non ravvisare chi figurano que' tre spiriti, che in due camere ed una parte parlarono latino dentro lui? Se vi è, ne ascolti un comento, scritto circa due secoli dopo Dante.

Un libro intitolato "Il Monte dell' Orazione*," *" ( ove l'arte d'Amore è tutta chiusa," presenta il personaggio allegorico Renovamini, il quale guida l'uomo rinnovato, o risorto a vita nuova, a visitare un giardino allegorico, chiuso da alte mura, intitolato l'Orto dell'Anima. Varcata la porta della Trinità, che mena all' Orto dell' Anima, Messer Renovamini mostra al proselito (son tutte parole che trascriviamo) tre camere bellissime, e gli dice che quelle tre camere sono la Memoria, l'Intelletto e la Volontà, soggiungendo: "Nella Memoria abita il

* Opera di Giovanni Fiorentino, e da lui attribuita furbescamente a Sant' Agostino, (dell'Ordine di Sant'Agostino erano i Templarj,) la quale vide la luce in Firenze nel 1524, benchè paia produzione del secolo precedente. L'autore scrisse anche un poema col titolo Istoria del Mondo fallace; libro or rarissimo dello stesso genere, perseguitato e proscritto da Roma.

Padre, nell' Intelletto il Figliuolo, e nella Volontà lo Spirito Santo*."

Dante ci ha detto che "allora si troverà questa donna nobilissima (Beatrice), quando si troverà la sua camera, cioè l'Anima dove alberga;" (Convito;) e noi gli risponderemo: L'abbiamo trovata, Messere: lo spirito ch'era nella camera delle percezioni gridò nel veder la donna fuori di te, Apparuit jam Beatitudo nostra, e tu dici che la Scienza è Beatitudine dell' Intelletto (Convito); e udremo meglio da te e da altri chi mai l'Intelletto figuri.

Quello spirito che grida così nell' interno di Dante è nella camera di mezzo†; e nel grado in cui il proselito di nove anni muore e rinasce dice di venire dalla camera di mezzo ‡.

Il familiare di Dante, il quale narra aver avuto dal poeta stesso delle spiegazioni orali riguardo alla Commedia§, conferma pienamente ciò che poc'anzi udimmo di Beatrice nove. Là dove le tre virtù teologali, che miran sì profondo, nel menar l'Alighieri innanzi alla donna mistica, affinchè co' suoi occhi contemplasse gli occhi di lei, detti da loro smeraldi ||, gli Disser: Fa che le viste non risparmi:

Posto t'avem dinanzi agli smeraldi,

Onde Amor già ti trasse le sue armi, (Purg., xxxi.)

* Chi spiegasse minutamente questo libro (e non è difficile il farlo) spiegherebbe mille libri simili, e fra gli altri la Commedia di Dante, la Vita Nuova, il Convito, il Canzoniere, in una parola, tutto quanto uscì dalla penna dell' enigmatico Fiorentino.

+ Vedi la Vita Nuova, al principio.

‡ “D'où venez-vous?—De la chambre du milieu.” (Maçon. Adonhir.) § "Io scrittore udii dire da Dante che mai rima nol trasse a dire altro che quello che aveva in suo proponimento, ma ch'elli molte e spesse volte facea li vocaboli dire nelle sue rime altro che quello ch'erano appo gli altri dicitori usati d'esprimere." (Nota al canto x. dell' Inf.) Or ve' con che disinvoltura ci ha costui informato che Dante si valeva del gergo!

Chiamano smeraldi gli occhi di Beatrice non già perchè fossero occhi verdi, come ad alcuno parve, ma perchè nella lingua de' simboli tre gemme corrispondono alle tre persone della Triade Santissima, ed alle tre virtù

il familiare del poeta spiega : "Non risparmiare il tuo Intelletto, chè noi t'avem posto innanzi agli smeraldi, cioè alle somme pietre preziose, cioè Cristo.” E più in là, quando Beatrice uscendo dal velo mostra la prima e la seconda bellezza sua*, cioè gli occhi e la bocca, l'interprete scrive: "Infino a' qui è trattato di Beatrice insufficientemente, ma ora che si manifestò apertamente nell'aer puro, dov'è l'umanitade e la divinitade di Cristo, fu tanto fulgore ch'ogni lingua è ancora insufficiente a dirne." (Purg., xxxi.) E quando l'Alighieri, al crescer della bellezza e della luce di sua donna, dice esser divenuta tale da non poterla più spiegare,

La bellezza ch'io vidi (in Beatrice) si trasmoda...
Da questo punto, vinto io mi concedo, (Parad., xxx.)

l'annotatore chiosa: "Dice che niun poeta fu soperchiato dalla materia ch'avesse impreso di trattare, come esso autore è ora da questa della Divinitade;" cioè, di Beatrice. Quand' ella tutta velata verso Dante s'avanza, il familiare di lui annota: " Volendo l'autore introducere Beatrice, mostra ch'elli sia velato† d'una nuvoletta, la quale ha virtude temperativa, acciocchè l'occhio, cioè l'Intelletto umano, possa mediante la mistica e figurativa scrittura, sofferire i raggi e la chiaritade della divina bellezza, per la quale mostra la divina essenza, la sustanzia del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo:" per similitudine, dirò col poeta, per similitudine.

Dante sale al Paradiso terrestre, e Beatrice scende dal celeste in quel sito medio si uniscono insieme, per elevarsi così congiunti alla vision beatifica. Ma quella donna è l'anima

teologali insieme. Il diamante, lo smeraldo, e'l rubino figurano Fede, Speranza e Carità, egualmente che Padre, Figliuolo e Spirito Santo: i tre colori bianco, verde e rosso significan lo stesso. Vedi una novella di Luigi Alamanni, la cui scena è in Catalogna.

* Questa scena dantesca corrisponde alla manifestazione d'Iside e di Cerere.

+ Elli sia velato è detto di Beatrice: il che mostra che questo essere in apparenza feminile è dall' interprete considerato come maschile; in fatti l'appella Dio e Cristo.

sua, talchè egli salì nella qualità di lei a fare quel viaggio allegorico. In fatti, guardiamo il principio e 'l termine della Vita Nuova.

Nel primo sonetto fa che questa donna, mangiato ch'ebbe il suo cuore, cioè nudrita che si fu della sua interna sostanza, salga nel cielo. E nell'ultimo sonetto narra che il suo pensiero sali lassù nella qualità di lei. Parla del suo spirito pellegrino che spiritual mente fa quel viaggio, e scrive: "Chiamolo spirito pellegrino a ciò, che spiritual mente va lassù; dico com'egli la vede (la donna che si nutrì del suo cuore), cioè in tale qualità ch' io non la posso intendere*; cioè a dire, che il mio pensiere sale nella qualità di costei in grado che'l mio Intelletto nol può comprendere †. Avvegnachè io non possa vedere ove il pensiero mi trae, cioè alla sua mirabile qualità, almeno intendo questo, cioè, che tutto è il cotal pensare della mia donna. Dico donne mie care a dare ad intendere che son donne quelle a cui io parlo."

Oltre la spera che più larga gira

Passa il sospiro ch'esce del mio core:
Intelligenza nuova che l'Amore
Piangendo mette in lui§ pur su lo tira.
Quand' egli è giunto là ove'l desira
Vede una donna che riceve onore,
E luce sì che per lo suo splendore
Lo pellegrino spirito la mira.
Vedela tal che quanto il mi ridice,

Io non l'intendo, sì parla sottile
Al cor dolente che lo fa parlare.
So io che 'l parla di quella gentile,
Perocchè spesso ricorda Beatrice,

Si ch'io l'intendo ben, donne mie care.

* Ma qual sia questa qualità l'ha spiegato innanzi, nel parlare di Beatrice nove.

↑ Nol può comprendere, cioè il grado.

Questa Intelligenza nuova è quella che produsse la Vita Nuova.

§ Nel primo sonetto, Amore mette il cuore di Dante dentro la bocca della donna di lui, piangendo; onde qui dice che Amore piangendo mette nel suo cuore intelligenza nuova.

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