Page images
PDF
EPUB

sè medesima; onde è mirabile. E tre cose sono che quella dimostrano mirabile. La prima è l'ordine delle cose. La seconda che la essenza di Dio essendo una, rappresenta tutte le cose perfettamente. La terza che in un solo atto perfettamente comprenda tutte le cose, arrivando perfettamente fino alla divisione dell'anima e dello spirito, e ancora delle giunture e midolle; è cognitore delle cogitazioni e intenzioni del cuore (1). Dove adunque fuggi o peccatore? O ipocrito che fai tu? Or se gli uomini non ti vedono, non ti vede Dio? Dove anderò io, dice il Profeta, dal tuo spirito? E dove fuggirò dalla faccia tua? S' io andrò in cielo, tu sei li. Se discenderò nell' inferno, ivi sei presente (2).

Adunque, fratelli, di quelle cose che dite nei cuori vostri e nelle camere vostre compungetevi e rammaricatevi (3). Oltre di ciò la sua bontà è a noi ammirabile, la quale appare dai benefici a noi conferiti, e massime dal beneficio dell' incarnazione. Ma i. santi vedono molto più chiaramente la bontà sua che noi non la vediamo. E hanno ammirazione e stupore; primamente quella vedendo secondo sè, perciocchè ella è essenza di bontà, in cui nè pur una minima particella di male non vi può essere. Niuno è buono, se non un sol Dio (4). Onde la sua volontà è buona, perchè vuole essa bontà, e se vuole altre cose, le vuole per essa bontà. La volontà Dio è buona, e molto piace, ed è perfetta (5); e il suo intelletto è senza malizia di falsità, perchè esso è verità: io sono la via, la verità e la vita, dice lui (6). Secondariamente per la comunicazione di sè medesimo; perocchè il bene si comunica sè stesso. Ma Dio cominciando dalle cose superiori comunica la sua bontà fino al vermicello; imperciocchè non stariano, se non partecipassero della bontà di Dio. Terzo per l'attrazione, perchè il bene trae l'appetito. Ma Dio trae tutte le cose a sè; mentre tutte le cose desiderano Dio, almanco nella similitudine sua, perchè tutte le cose desiderano bontà e perfezione; e oltre di ciò alcuna cosa in tanto è buona, e perfetta, in quanto è simile a Dio; onde dice la sposa: La sua gola è soavissima e tutto è desiderabile (7). Onde

(1) Hebr. 4.
(2) Psal. 138.
(3) Psal. 4.

(4) Mar. 10.
(3) Rom. 12.
(6) Io. 14.
(7) Cant. 5.

per quello che Dio si comunica ai santi per gloria li tira a sẻ grandemente. Così adunque perchè Dio si comunica a noi mentre che ha assunto la carne nostra, doveremmo esser tirati grandemente all' amor suo. Ma perchè non siamo tirati? Perchè siamo duri. Ma egli dice: niuno può venire a me se'l padre che mi ha mandato non lo tirerà (1). In che modo adunque trae, se me non trae? Ma dimmi, fratello: Or non trae te ogni giorno? E che vogliono dire tanti beneficj, tante predicazioni, tante esortazioni, tante inspirazioni? Or non ti trae? Ma tu non vuoi esser tratto. Ecco ch'egli si lamenta di noi dicendo: Vi ho chiamato, e avete ricusato; ho steso la mia mano, e non fu chi guardasse (2). Ma tu dirai: Lui mi può tirar se 'l vuole. Ma vuoi tu che 'l ti constringa? Or non ti basta, se lui t'invita? Ecco che egli manda i servi suoi a chiamar tutti alla cena, ma tutti si scusano; perchè uno dice: ho menato moglie; e un altro, ho comprato una possessione; un altro, ho comprato cinque para di buoi (3). Dio trae e non costringe. Ma tu dirai: perchè non trae me come ha tratto Paolo. O uomo! or non ti basta che l'inviti, perocchè, mentre ti dovrebbe porre in prigione, lui t'invita, acciocchè ti perdoni, e ti introduce alle nozze. Ora è poco questo? Figliuolo, io ti consiglio che se tu non sei tirato, preghi ch'ei ti tiri. Di' con la sposa : Trae me dopo te (4). La sua bontà adunque è mirabile, per tornare a proposito. Item è cosa maravigliosissima veder la Trinità, cioè tre persone distinte in una essenza. Della qual cosa certamente molte cose ne porgono animirazione. Primamente che siano tre persone realmente distinte e nondimeno non sia se non un solo Dio. Secondariamente che le persone non si distinguono realmente dalla essenza, la quale è per numero una, e nondimeno siano intra sè distinte e non siano una persona, ma tre persone. Terzo in che modo il figliuolo proceda dal padre, lo Spirito santo dal padre e dal figliuolo, e nondimeno uno non è maggiore, nè prima dell' altro. Ma perchè queste cose eccedono la nostra capacità, però basti averle brevemente toccate. I santi certamente fissi in quella, vedono questo e si maravigliano. È ancora un'altra cosa ammirabile, che il Verbo sia uomo e che in tanta unione Dio

(1) lo. 6.

(2) Petr. 1.
(3) Luc. 14.

(4) Cant. 1.

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

sia con l'uomo, sì chè veramente si dica, Dio è uomo e l'uomo è Dio, e Dio è morto e crocifisso, e l'uomo Cristo Gesù è creatore di tutte le cose. È ancora ammirabile la beatissima Vergine Maria, massime per due cose. La prima ch'ella sia vergine e madre. Secondariamente ch'ella sia madre di Dio. Tutte queste cose vedono i santi e si stupiscono nella maestà di Dio. Oltre di ciò è ammirabile l'ordine delle ierarchie e degli ordini degli angeli, imperocchè gli è ammirabile, primo per l'ordine, secondo per la moltitudine, terzo per la virtù loro, quarto per la bellezza, quinto per la carità e altre cose. Questi perocchè non consentirono alla superbia degli altri, restorono nel regno; perchè Dio fa resistenza ai superbi e agli umili dà la grazia (1). Vi è l'ordine de' patriarchi e profeti che hanno vissuto in fede da lungi guardando e salutando, e avendo pazienza in longanimità. È ancora mirabile l'ordine degli apostoli dei quali si dice: In ogni terra è andato il suono di quelli (2); la dottrina dei quali dobbiamo imitare, imperocchè noi crediamo piuttosto ai pescatori che ai filosofi; perchè la stultizia di Dio, dice l'Apostolo, è più sapiente degli uomini, imperocchè Dio ha eletto quello che è stolto del mondo per confondere i sapienti (3). Seguita l'ordine de' martiri, i quali lavarono le loro stole nel sangue dell' agnello, la pazienza de' quali dobbiamo imitare. Ma noi freddi non possiamo tollerare una parola; ai quali conviene quel detto dell' apostolo: Non avete ancora fatto resistenza infino al sangue repugnando contra il peccato, e vi siete dimenticati della consolazione (4). Seguitano i confessori i quali col suo esempio e dottrina hanno adornata la chiesa, la cui vita dobbiamo imitare se con quelli vogliamo esser glorificati. Dipoi il coro delle vergini le quali seguitano l'Agnello dovunque anderà, e dopo queste cose viddi una turba grande, dice San Giovanni nell'Apocalisse, la quale niuno poteva numerare di tutte le genti, e tribù e popoli e lingue, che stavano avanti il trono; e questi sono quelli che hanno seguitato Cristo tollerando la croce sua. È cosa maravigliosa adunque a vedere tante migliara di angeli e santi in quella compagnia dove non sarà alcuna discordia, niuna invidia, e niun male. Perchè, com'è scritto, Dio asciugherà ogni lacrima dagli ocèhi de' santi; non sarà più oltra morte,

(1) lac. 4.
(2) Psal. 18.
(3) 1. Cor. 1.

(1) Hebr. 12.

pianto, nè grido, nè dolore, perchè le cose prime se ne sono andate (1). Or su, fratelli: adunque aspirate a questa compagnia. E che giova essere presente alle feste degli uomini se non avviene di esser anco presente alle feste degli angeli? Udite David che sospira e dice: Quanto sono diletti i tuoi tabernacoli, Signore delle virtù? l'anima mia desidera e si consuma di venire negli atrii e tabernacoli tuoi (2). Sospirate, fratelli, e avendo invidia di buona invidia, dite al Signore: Beati son quelli che abitano nella casa tua, Signore; nei secoli de' secoli ti lauderanno, e beato è quello che hai eletto e assunto, perocchè abiterà teco negli atrii tuoi (3). Perchè adunque, Signore, m' hai abbandonato? Perchè ancora non hai assunto me? Dove sono l'antiche tue misericordie, Signore, come giurasti a David nella tua verità (4). Ma, o anima qualunque tu sei, frattanto confortati, rallegrati, è canta: La parte mia è il Signore, ha detto l'anima mia; però io l'aspetto; buono è il Signore a quelli che sperano in lui; buono è all'anima di quello che lo cerca aspettando con silenzio il salutare del Signore. Avete dunque visto, fratelli miei, l'ammirazione dei santi: non so se l'abbiate gustata. Perocchè se vi siete delettati in questa contemplazione, e vi avete proposto nei cuori vostri di seguitar i vestigi e dottrina loro, avete certamente gustato alcuna particella di questa gloria. Questa è la gloria che procede dal Verbo, perocchè si è incarnato e ha abitato in noi, del quale abbiam dello di sopra, che gli è stato da principio. Ma perchè io vi promisi di tanta gloria e tanto redentore darvi buono efficace testimonio, ritorniamo alla sposizione dell' epistola, perciocchè la festa di tutti i santi ieri e oggi ha differita la sposizione, ma non senza qualche utilità, se avete a memoria quelle cose che da Dio per la mia bocca vi furono esposte.

Il beato Giovanni adunque, poichè con poche parole ha dichiarato l'altezza del Verbo, perchè è difficile agli uomini creder cose tanto alte, a testificar la verità di questo, soggiunse: Quel che abbiamo udito; imperocchè lui testifica dall'udire, dal vedere e dal toccare. Se mi diceste: Perchè non testifica ancora dagli altri due sensi? Si può rispondere che quando gli uomini vogliono rendere efficace testimonio di alcuna cosa, lo rendono

(1) Apoc. 21.

(2) Psal. 83. (3) Psal. 64.

(4) Psal. 88.

per questi tre sensi, forse perchè l'odorato non è di buono iudicio secondo i filosofi, perchè l' uomo ha pessimo odorato per l grandezza del cervello, dal qual seguita grande umidità in quella parte dov'è l'organo dell' odorare, il quale alla sua perfezione desidera la siccità, e il gusto è un toccare, imperocchè non si fa senza il tatto. Se adunque ha gustato ha ancora toccato. Onde il gusto si può porre, metaforicamente parlando, dove si dice, quel che abbiamo veduto, e vi diremo ancora dell' odorato acciocchè non si lasci alcun senso. Dice adunque: quel che abbiamo udito. Non è dubbio ad alcuno che San Giovanni udi il Verbo parlare, e a quello fu molto familiare, perchè questo è il discepolo molto amato dal Signore Gesù. Beate sono adunque l'orecchie di quelli che l'udirono (1). Ma nondimeno così non lo espone la glossa la qual dice: Quel che abbiamo udito, cioè per la legge e i profeti. Il beato Giovanni adunque rende di questo doppio testimonio; primamente dell'udito sensibile, perchè esso l'ha udito; secondariamente dell' udito intellettuale, perchè le bocche de' profeti a noi suonano Cristo. Io ancora a voi non rendo il primo testimonio, perch'io non fui degno di essere a quel tempo; ma il secondo, imperocchè e ancora io, benchè peccatore, per dono di Dio l'ho udito nei profeti, e posso dire: io so che non è possibile che un uomo abbia scritto e predetto tali cose, le quali ordinatissimamente si sono adempiute, sì come furono predette mille, due mila, tre mila e quattro mila anni avanti. Imperocchè sappiamo che gli uomini non sanno le cose future ma solo Dio. Onde Isaia dice, anzi il Signore per Isaia : Annunciate quelle cose che sono per venire, e sapremo se voi siete dei (2). Dirovvi adunque ancora io audacemente: Quel che abbiamo udito vi annunciamo. Rendovi di questo un testimonio efficace. Io v'invito alla giubilazione e laude per tanta salute con Isaia, dicendo: Laudate cieli, perchè il Signore ha fatto; iubilate parti inferiori della terra, gridate monti, gridi la selva, e ogni arbore che è in quella perchè il Signore ha ricomprato Iacob, e glorierassi in Israel (3). Ma io odo quello che dice ancora io ho letto i profeti e non ho veduto tal testimonio. E io ti dirò quello che disse Filippo all' Eunuco: Pensi tu che tu intendi

(1) Io. 21.
(2) Cap. 41.
(3) Cap. 4.

« PreviousContinue »