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con lui si veniva a propiziare e a riconciliare il popolo con Dio; domandavasi ancora l'oracolo del Signore, perchè mediante l'orazioni, s' impetravano le risposte e le grazie da Dio. Volse Iddio ancora che e' facessino due cherubini d'oro produttibili perchè non erano fatti per opera fusoria, come si fondano molti vasi, ma erano fatti col martello, perchè col martello e con lo scarpello si riduceva l'oro a tal figura. Dice Iosepho che questi due cherubini avevano similitudine di certi uccelli non mai più visti. Ma dice che Moisè vidde tal similitudine, e come la vidde, così la fece fare. Rabbi Salomone e gli altri dottori, dicono che questi cherubini avevano similitudine di fanciulli e giovanetti speciosi, che avevano l'ale. Come si fossino, questo non ci ha a dar noia. Queste sono questioni che non recano utilità agli audienti, più presto generano risse e contenzioni. Il buono dottore debbe sempre tendere alla utilità de' popoli e fuggire le questioni inutili, ma oggi si fa tutto il contrario. Quelli che scrivono e che predicano, non propongono se non questioni e sottilità, e cose curiose, che grattano così un poco l'orecchio, e all' anima inferma non fanno utile nessuno, non la muovono a contrizione, non l'illuminano delle cose necessarie alla salute, non la sanano dal peccato, non la risuscitano dalla morte. A me pare che oggidi i dottori e li predicatori sieno come quelli tibicini e cantori, che erano in casa della figliuola dell' archisinagogo, morta, e cantavano e sonavano quivi canti e suoni lugubri, e da incitare al pianto, e non resuscitavano però la morta. Così fanno oggi i dottori e predicatori; gli stanno tutto 'l di intorno all'anime morte, e vorrebbono pure che le si risuscitassino con quelle loro questioni e sottilità, e con quelle belle similitudini e autorità d'Aristotile, di Virgilio, d' Ovidio, di Cicerone, e con quelli belli canti di Dante e del Petrarca; e non v'è ordine. Oh che canti lugubri da morti fanno eglino, in modo che non solo e' non risuscitano, ma bene spesso l'anime vive amazzano! E però il Salvatore entrando in casa dell' archisinagogo, e vedendo questi tibicini e la turba tumultuante, presto li mandò fuora : e colli suoi discepoli resuscitò la morta. Bisogna, dich' io, altro che Virgilio e Aristotile a resuscitare l'anime, e ad intendere le questioni necessarie alla salute, quale è quella del nostro Asaph e de' suoi seguaci; e la determinazione sua non si può pigliare se non dall'arca e dal propiziatorio; di qui ha a venire la risposta dal Signore. Onde seguita nel testo del capitolo: Inde praecipiam

et loquar ad te supra propitiatorium: ora state a udire donde noi ci vogliamo fare.

Existimabam ut cognoscerem: hoc labor est ante me donec intrem in sanctuarium Dei, et intelligam in novissimis eorum. Signore mio Dio, ecco questi nostri dottori e teologi moderni, cercano ne' libri gentili e de' profeti di determinare questa questione. Verran' eglino alla verità per questa via? non certo: Sed erunt semper addiscentes et numquam ad scientiam veritatis pervenientes. Costoro sempre mai studiano, e mai pervengono alla cognizione della verità, hanno l'intelletto pieno di stoltizie e di false opinioni, e non cognoscono la verità di Dio. Cognovit bos possessorem suum et asinus praesepe domini sui; Israel autem me non cognovit, dicit Dominus. Questi, dico, animali, cioè il bue e l'asino infra gli altri, sono molto di natura stolidi e rozzi, e a me significano certe persone idiote, semplici, ma buone, che non sanno tanta logica, nè tanta filosofia, ma pure si dilettano della verità, e d'udire le prediche e le cose che appartengono alla salute loro. Costoro, come buoi, vanno ruminando quello che gli odono di buono. Hanno l'unghie fesse, perchè discernono bene quello che è secondo Iddio, e quello che è alieno da lui. Cavano d'ogni cosa bene: se vedono il prossimo peccare, non pigliano quell' esempio, nè l'imitano in quello: ma se egli ha virtù alcuna pigliano quella e sono come ape argomentose che vanno dietro alli fiori odoriferi e buoni, e cavano il mele; sono semplici come l'asinello, durano fatica grande per amor del loro patrone. E se pure il loro patrone, cioè Dio, dà loro qualche volta qualche bastonata, se bene e' si piegano così un poco, non però mormorano contro a Dio, ma lo ringraziano sempre de' beneficii ricevuti, riconoscendoli da lui: però dice: Cognovit bos possessorem suum et asinus praesepe Domini sui; ma non così questi dottori e teologi moderni, che hanno grande ingegno, e sono significati per Isdrael che vuol dire: Videns Dominum. Costoro doverebbono conoscere e vedere Iddio e eglino hanno l'intelletto oscuro e pieno di falsità; e però seguita : Israel autem me non intellexit, e perchè non mi hanno (dice Dio) inteso nè conosciuto, però gli hanno destrutto il popolo mio, perchè non gli hanno saputo insegnare la via della verità, ma più presto lo laudano e dicono: O popolo mio, quanto bene fate voi: o quanto sete voi devoti, voi avete tante reliquie, tanti spedali, tanti monasterii: voi fate di molte processioni, e di molte feste. Tu hai, popolo,

da ringraziare Iddio. Io non trovai mai una città tanto bene ordinata nel culto divino, tanto dedita alle limosine. Oimè che costoro ti vanno adulando: Popule meus, qui te beatum dicunt; ipsi te decipiunt. Costoro non t'insegnano il ben vivere, non t'insegnano come tu hai avere pazienza nelle tribolazioni, non ti cavano i dubbii che tu hai alle volte circa la provvidenza di Dio, nel veder tribolare li buoni e esaltare i cattivi, nè ti mostrano che questo non è far male ai buoni, e bene ai cattivi, perchè e' non trovano ne' loro libri inanimati, cioè nelle scienze loro filosofiche la determinazione e soluzione della questione. Non la trovano anche ne' libri animali, che sono gli Apostoli e li santi, perchè e' non veggono mai le vite loro; seguita adunque che dalla dottrina della chiesa si ha a trarre questa risposta e determinazione. La dottrina della chiesa è l'evangelio che non è altro che la grazia dello spirito santo, che ci mostra la bontà di Dio, l'eterna felicità, la possibilità e facilità di conseguitarla, la via d'andare a quella, ordina in noi la carità, fa l'anima perfetta e del continuo l'accende nell' amore delle cose invisibili; e che l'evangelio sia la grazia dello Spirito Santo che faccia questi effetti in noi, è manifesto: primo, perchè la grazia è il principale intento nell' evangelio, e secondo i profeti: unumcumque est id quod est principale in ipso; e questo si manifesta per il modo dello scrivere come tu hai in Gieremia che dice all' ultimo capitolo: Post dies illos dicit dominus, dabo legem meam in visceribus eorum et in corde eorum scribam eam. E parla Gieremia del tempo del Messia, il quale avea a mandare la grazia dello Spirito Santo nei cuori de' discepoli, e chiamala la legge sua, dicendo: Dabo legem meam in visceribus eorum et in cordibus eorum scribam eam, che non è altro che l'evangelio; e nella seconda epistola ad Corinthios dice l'apostolo: Epistola estis Christi, ministrata a nobis et scripta, non atramento, sed spiritu Dei vivi, non in tabulis lapideis, sed in tabulis cordis carnalibus. Dice: voi siate l'epistola di Cristo, e parla ai buoni ne' quali è la grazia dello Spirito Santo, e la legge evangelica, scritta non coll' atramento, cioè inchiostro, ma collo spirito di Dio vivo, scritta, dico, non in tavole di pietre come la legge vecchia, ma nelle tavole carnali del cuore umano. E preterea, che l'evangelio sia la grazia dello Spirito Santo si manifesta secondo, per la virtù, perchè l'evangelio scritto nelle carte non è la virtù di Dio: sed sic est, che san Paolo scrivendo alli Romani e commendando l'evangelio dice: Non enim erubesco evan

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

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gelium Dei, virtus enim Dei est in salutem omni credenti. Non mi vergogno, dice Paolo, dell'evangelio di Cristo perché gli è la virtù di Dio, cioè in esso si contiene e manifesta la virtù di Dio, mediante la quale noi conseguitiamo la salute, però dice: virtus Dei est in salutem omni credenti. E più di sotto l'ottavo capitolo dice: Lex spiritus et vitae, in Christo Jesu liberavit me a lege peccati et mortis. La legge dello spirito della vita, ovvero la legge ch'è scritta è legge della vita, in quanto che la conferisce la vita a quelli che sono in Cristo Gesù uniti per fede e dilezione. Questa legge, dico, spirituale, che non è altro che l'evangelio e la grazia dello Spirito Santo, mi ha liberato, dice, dalla legge del peccato e dalla morte: ora questo evangelio vorrei che tu portassi addosso, io non dico l'evangelio scritto, benchè e' non sia male a portarlo addosso per reverenza e sicurtà, ma se tu non hai la principale, cioè la grazia dello spirito santo, porta pure quante carte tu vuoi, e quante orazioni tu sai trovare, se tu portassi bene tutti quattro gli evangelii scritti, ti gioverà poco. Quanto sono più sciocchi coloro che portano tanti brievi al collo che paiono botteghini che si mandano a vendere alle fiere, e credono per questo salvarsi, e pare loro che possino fare ogni male, e che Dio gli abbia a preservare per virtù di quelli brievi, sciocchi che sono. Non sta la virtù dich' io nelle carte. Costoro vanno alle donnicciuole e alli contadini, e danno tante polizze e tante carte e tante orazioni, che e' lasciano indietro l'orazioni ordinate da Cristo e dalla chiesa. Preterea dice quel frate e quel prete porta questo breve e questa scrittura addosso, non aver paura che niente ti nuoca. Vedi a quanta ignoranza siamo venuti che lasciamo le cose essenziali e di grande importanza, e andiamo dietro a frasche, a carte scritte, e orazioni che sono qualche volta trovate dal diavolo. Lasciamo gli evangelii di Cristo e libri di Cristo, ne' quali possiamo imparare a vivere da cristiani e diamoci alle favole. Leggi, dico, leggi i libri di Cristo; o, quali sono i libri di Cristo ? I libri di Cristo sono gli Apostoli e li buoni e santi uomini che hanno imitato le vestigie loro ; in questi debbi leggere. Ma oggi questi libri, cioè questi santi uomini, sono distrutti e non ce ne è più (1); ma sono fatti oggi gli uomini libri del diavolo. Leggilo e vedrailo, cioè considera la vita loro e li costumi, e vedrai che sono libri del diavolo, e massime

(1) Qui va inteso come espressione enfatica.

gli ecclesiastici. A quelli basta oggi comandare a' loro sudditi ; ma che loro vogliano mettere mano a cosa alcuna di bene, non te l'aspettare, costoro sono di quelli de' quali diceva il Salvatore: Super cathedram Moysi sederunt scribae et pharisei. E sottogiunge di solto: Dicunt enim et non faciunt. Alligant autem onera gravia et importabilia et imponunt in humeros hominum; digito autem suo nolunt ea movere (1). Costoro detestano la superbia e l'ambizione, e sonvi loro immersi infin' agli occhi, predicano la castità, e tengono le concubine e li garzoni, comandano che si digiuni, e loro splendidamente vogliono vivere. Laudano la liberalità, e delle facoltà proprie non vogliono sostentare i poveri : io ti so dire che ci bisognerebbe tempo a dire di costoro, costoro sono libri disutili, libri falsi, libri cattivi e del diavolo, perchè lui vi scrive dentro tutta la sua malizia e tutti li suoi vizii, e però la chiesa è rovinata, perchè i libri sono destrutti e sottratti della terra, e non c'è in noi vera e salutifera dottrina: par bene che la ci sia, ma la è nelle pelli degli animali. Altrimenti, fratres mei, muovono e insegnano i libri animati e altrimenti i libri inanimati. E però nota che quando il libro inanimato è libro del diavolo, e poi ti metti innanzi il libro inanimato di Cristo; nessuno vuole da quello ricevere dottrina alcuna, perchè ha paura non essere ingannato, che non gl' insegni qualche male. Così come ancora nessuno vuole imparare dal diavolo (dato che e'dica di molte verità) perchè alla fine teme non essere ingannato. Vedi adunque che quelli che non fanno, eziandio ch'e' dichino bene, non fanno frutto, perchè quello che gli edificano con le parole, destruggono col mal esempio: onde dice san Gregorio: cuius vita despicitur, restat ut eius praedicatio contennatur. Il Signore chiama costoro sale infatuato, ad nihilum valet ultra nisi ut mittatur foras et conculcetur ab hominibus. Sono sale per la scienza che lor hanno, ma sono sale infatuato per li cattivi esempi che danno, e perchè e' non fanno quello che loro dicono; non è maraviglia poi se da' popoli sono conculcali, e se sono sprezzati dalli loro sudditi per la loro pessima vita, perchè lo permette Dio. Lasciamo adunque la dottrina di

(1) Nei tempi in cui predicava sarà vero che non pochi erano i ministri del diavolo, ma che tutti, e specialmente gli ecclesiastici, annunziassero la menzogna e fossero per questo ministri del diavolo, va questo attribuito allo zelo non del tutto avveduto e piuttosto riscaldato dell'Autore.

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