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scorriamo in terra come l'acque che mai non ritornano; chi è quell'uomo che viverà, e non vedrà la morte (1)? Dove è Adamo? dove è Matusalem che visse tanto tempo? Dove sono tanti re e principi? Dove sono tante belle donne? Or non passano tutte le cose? Vanità delle vanità, tutte le cose sono vanità; e un'altra volta dice l'Ecclesiaste, tutte le cose soggiacciono alla vanità, e tutte le cose vanno ad un luogo; sono fatte di terra e parimente in terra ritornano (2). Se queste cose adunque che abbiam dette di sopra, sono vere, or non siamo tutti pazzi se seguitiamo il mondo che scorre per esser dannati in eterno, e perdiamo la vita eterna? Ecco quanto che siam pazzi. Seguitiamo il mondo il quale ne preme da ogni banda, e ne costringe andar a Dio. Da ogni parte sono guerre, carestie e insidie e persecuzioni, e possiamo liberarci da queste cose, e non vogliamo, ma seguitiamo il mondo nelle angustie, acciocchè siam dannati col mondo. Ci affatichiamo nel vento; ma questo è perchè non crediamo. Ecco già il tempo che predisse l'Apostolo, dicendo: E saprai questo che negli ultimi giorni saranno tempi pericolosi, perchè saranno uomini amatori di sè stessi, avari, vantatori, superbi, maldicenti, inobbedienti al padre e alla madre, ingrati, empi, senza affezione, senza fede, calunniatori, incontinenti, crudeli, non amici, traditori, protervi, amatori di voluttà, piuttosto che amatori di Dio (3); e soggiunge, che hanno specie di pietà, e negano la sua virtù. Tutti vogliono parer cristiani, ma non fanno le opere di Cristo. Ma torniamo a proposito. Vi abbiamo già testificato con san Giovanni del Verbo della vita, е abbiam dato certo testimonio. Guardatevi adunque che in voi non si adempia quella parola del Signore: Ciascheduno che non vi riceverà ne udirà i parlari vostri, uscendo fuori di casa, ovvero della città; scuotete la polvere dei vostri piedi. Io vi dico in verità, che sarà più tollerabile alla terra di Sodoma e di Gomorra nel di dell' iudicio, che a quella città (4). Ma guardisi ancora cadauno che non dica, come quelli che sè stessi non conoscono, che non credono esser peccatori, ma essere del numero de' giusti. Onde molti che vengono alla predica, quando odono la riprensione, subito pensano del prossimo suo, e a sè

(1) Psal. 88.

(2) Eccles. 3.
(3) 2. Timot. 3.

(4) Math. 10.

stessi mai non ritornano, e però non fanno frutto; ma questi sono più infermi degli altri: credono certamente non essere infermi, però non ricevono medicine. Contro i quali dice: Tu dici : io son ricco e opulento, e non ho di bisogno di cosa alcuna; e non sai che tu sei misero, e miserabile, e povero, e cieco, e nudo. Io ti esorto che compri da me l'oro affocato e provato, acciocchè diventi ricco, e che ti vesti di vestimenti bianchi, acciocchè non apparisca la confusione della tua nudità; e tanto più t'inganni quanto più sei lodato dagli uomini e sei tenuto per santo, perchè gli è scritto: Popolo mio, quelli che ti dicono beato, essi t'ingannano e dissipano la via de'tuoi andamenti (1). Non compiacer adunque a te stesso, e temi che non ti sia detto quel che dell'angelo alla chiesa de' Sardi. Io so, dice San Giovanni, l'opere tue perchè tu hai nome di vivo e sei morto (2). Sii vigilante e conferma l'altre cose che erano morte; imperciocchè non trovo piene le opere tue in faccia al mio Dio. Ecco che un'altra volta mi son partito, nondimeno non inutilmente. Imperocchè desiderando la salute vostra ho detto queste cose, perocchè io vi porto amore nell' amore di Dio. Pregovi un'altra volta, fratelli, che non risguardate me (perocchè io sono un uomo come voi), ma la parola del Signore Gesù che uscirà dalla bocca mia. Pensi ciascuno nel cuor suo dove va, quello che fa, dicendo: A cui affatico e inganno l'anima mia per i beni (3)? Ecco che sono vere le cose che parla la fede. Perchè adunque non seguito io il Signor Gesù Cristo? Sii prudente come il villano. Fatevi amici delle ricchezze delle iniquità, acciocchè quando voi mancherete, vi ricevino negli eterni tabernacoli. Ma perchè l'ora è tarda, qui s'intermetta il parlare. Andate adunque, e quelle cose ch' io v'ho detto ravvolgetele nella mente. E fate che la vostra fede sia nelle opere, e non nelle parole solamente, perchè, come dice San Pietro: Voi che credete, vi rallegrerete d'una tal allegrezza inenarrabile e glorificata, riportando il fine della vostra fede, la salute dell'anime (4). Per Cristo Signor nostro, il quale col Padre e Spirito Santo è un Dio benedetto nei secoli de' secoli. Amen.

(1) Isa. 3.

(2) Apoc. 3.
(3) Eccles. 4.
(4) 1. Petr. 1.

SERMONE QUARTO

Del Verbo della vita, ovvero della vita eterna.

De verbo vitae.

1. Io. 1.

Perchè le cose grandi e mirabili che sono remote dai sensi nostri con difficoltà si credono, il beato Giovanni, come avete udito di sopra, fratelli dilettissimi, a testificar della parola della vita disse: Quel che fu da principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiam veduto con gli occhi nostri, quel che abbiano veduto e che hanno toccato le nostre mani. Nelle quali parole abbiamo dimostrato, e lui aver renduto efficacissimo testimonio del Verbo che fu da principio, e ancor noi ci siamo sforzati di renderlo in parte a vostre carità. Ma perchè abbiam parlato solamente del Verbo, secondo che fu da principio, fermato il testimonio, comincia ora estendersi a quello che le orecchie vostre desiderano di udire. Conciosiacosachè tutti gli uomini desiderino la beatitudine e la vita eterna, odono volenticri dove quella acquistar possano, se credono all' uomo che la narra. Nientedimanco alcuni non l'odono volentieri, perchè non credono, perchè questi hanno costituito la lor vita nei piaceri del mondo. Onde più volentieri odono quelli che insegnano il modo e la via di trovare i piaceri e prenderli. Ma gli uomini che vanno alla vera vita odono volentieri della vita eterna. Ecco che il Signore Gesù, promettendo alla Samaritana l'acqua, la quale chi l'avesse bevuta non averia avuto sete in eterno, subito eccitò il suo desiderio. Onde disse: Signore, dammi quest' acqua, acciò non abbia sete e non venga

SAVONAROLA, Opere. Vol. I.

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qui di nuovo a trarla (1). Oggi ancora a noi il beato Giovanni propone la vita eterna. Se adunque non sarete sonnolenti, se non sarete di quelli il cuor dei quali è spinoso, ovvero di pietra, penso che ecciterà il vostro desiderio a desiderar la vita eterna. Orsù, adunque aprite l'orecchie, e preparate i cuori, e drizzate a me gli occhi.

Lasciate ormai i pensieri del secolo, e ricordatevi del vostro Creatore, e abbiate misericordia alle anime vostre. Ritornate al cuore, o prevaricatori. Avete mai udito quel che dice il salmista? Udirò, dice David, quel che in me parli il Signor Dio, perchè parlerà la pace nella sua plebe e sopra i santi suoi e in quelli che si convertono al cuore (2). Onde è manifesto che qui a noi parla il Signore. Ma non giova udir con le orecchie carnali di fuori, se non udiamo di dentro, perocchè dice: Udirò quel che in me parli il Signor Dio, e perchè parlerà a quelli che si convertono al cuore.

Se adunque non vi convertite al cuore a voi non parlerà il Signore; e se esso a voi non parla niente intenderete, e se niente intenderete, non farete profitto alcuno, anzi mancherete, e io niente vi gioverò. Non vogliate dire come i Giudei, i quali udendo il Signore dissero a Moisè: Parlane tu e udiremo; non parli a noi Dio (3). Perchè non è terribile al presente il Signore, come allora. Dappoichè s'è vestito di carne e fatto dolce; onde dice che parlerà la pace nella sua plebe e sopra i santi suoi. Udite adunque quel che per la bocca di San Giovanni e per la bocca mia a voi parla il Signore, perchè renderemo e grande e certo testimonio di quelle cose che siamo per dirvi. Che cosa è questa parola della vita, perocchè dice: Della parola della vita? Ma che è questa parola? Due parole ha detto cioè della parola e della vita. Uno è alto, l'altro è dolce; uno conforta e leva l'intelletto, l'altro pasce l'affetto. E questa è tutta la vita beata: intender Dio, e amarlo. Ma quando tu odi parola, guarda che non credi esser come la parola nostra, che ha qualche cosa simile con la parola di Dio, nondimeno è molto dissimile; perchè la parola nostra mai non è tutta, ma si proferisce una sillaba dopo l'altra, e quando una sillaba è pronunziata succede l'altra, e quella prima manca di essere; ma

(1) Io. 4.

(2) Psal. 48.
(3) Exod. 20.

non intendere così della parola di Dio, per la quale tutte le cose sono fatte, perchè la è tutta insieme e non ha parti, perchè quella sta sempre ferma e mai non manca. Onde di lui si dice: Può tutte le cose, e permanendo in sè medesimo, rinnuova tutte le cose (1). Nè procede come la voce per una parte dopo un' altra parte, ma tutta insieme. Nel vero se la luce del sole si diffonde e sparge in un istante per tutto l'emisfero, come provano i filosofi, molto maggiormente la luce eterna tutta insieme procede dal padre. La parola, come dice il sapiente, è il candore della luce eterna, e ivi, come dice l'Apostolo, è lo splendore della gloria (2). Nè intendere come della parola nostra che dipoi che tutta è proferita, manca di essere; perchè la parola di Dio stà in eterno. Onde dice Isaia: Ogni carne è fieno e ogni gloria sua è quasi un fior del campo; e soggiunge: E seccato il fieno, e cascato il fiore (3). La parola del Signore sta in eterno. Nè intendere che, come la parola nostra è separata da noi quando è pronunziata, così la parola del padre sia separata dal padre. Esso dice: Io e il padre siamo una cosa; e in un altro luogo: Io sono nel padre e il padre è in me (4). Ma ha qualche cosa simile; imperocchè la parola nostra in ogni luogo tutta si diffonde alle orecchie di ciascuno, e a tutti rappresenta una cosa medesima, e avvenga che tutti egualmente non intendano, dichiara il concetto della mente. E così la parola del padre in cadaun luogo è tutta per essenza, potenza e sapienza. S'io ascenderò in cielo, dice David, tu sei lì, s'io descenderò all' inferno, tu sei presente (5). Dice ancora il sapiente: E arriva in ciascun luogo per la sua mondizia (6). E ancora nella patria Dio a tutti rappresenta e tutte le altre cose, che vedono i santi, non successivamente ma insieme. Onde è come uno specchio, nel quale si vedono insieme tutte le cose che sono in quello. Imperocchè di quello si dice specchio senza macula della maestà di Dio, e imagine della bontà di quello (7). Così come la parola nostra dichiara il secreto della mente, così ancora questa parola a noi ha mani

(1) Sap.7.
(2) Hebr. 1.
(3) Isa. 41.
(4) Io. 6.14.

(5) Psal. 138.
(6) Sap. 7.
(7) Ibi.

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