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festato il segreto del Padre. Onde si dice: Niuno vide Dio giammai; l'unigenito figliuolo ch'è nel seno del padre, esso l'ha enarrato. E la verità dice al padre: Io ti ho clarificato sopra la terra (1); e l'Apostolo dice della salute nostra, la qual il mondo non sapeva Le quali cose cominciate a narrarsi per il Signore da quelli che udirono si sono confirmate in noi, rendendo Dio testimonio con segni e portenti e varie virtù e varie distribuzioni del Spirito santo secondo la sua volontà (2). E esso Signore avanti Pilato dice: Io a questo son nato e per questo son venuto nel mondo per dar testimonio alla verità. Ma in che modo l'ha narrato? Per la carne assunta. Imperocchè così come la parola del cuore si manifesta per la parola della voce, cosi la parola di Dio per la carne assunta s'è fatta visibile agli uomini. Onde avendo detto an Giovanni: 1 Verbo s'è fatto carne, subito soggiunge: e ha abitato in noi; e seguita immediate e abbiam visto la gloria sua, come dell' Unigenito del padre pieno di grazia e verità (3). E in questo modo si dice la parola della vita; imperocchè per questo a noi ha data la vita; onde parlando delle sue pecore dice: Io son venuto acciocchè abbino la vita e l'abbino più abbondantemente (4). Ma vediamo in che modo questo sia vero. Qualche volta il vivere si toglie per l'operazione de' viventi; onde si dice ancora dal filosofo, che vivendo gli altri animali per imaginazioni e memorie, l' uomo vive per l'arte e per la ragione. L'operazione de' viventi è generalmente in tre modi secondo che l'anima è di tre maniere, cioè vegetativa, sensitiva e intellettiva, perocchè l'operazione dell' anima vegetativa è nutrire, accrescere e generare, e l'operazion della sensitiva è sentire per i sensi esteriori e interiori, desiderare, e ancora moversi secondo il luogo quanto agli animali più perfetti. L'operazion dell' anima intellettiva è intendere e amare. Item qualche volta la vita si toglie per l'operazione nella quale l'uomo si diletta, ovver nella quale sta frequentemente, e per quello che si piglia in questo modo sogliamo dire: questo uomo vive in contemplazione, e quel vive in piaceri, e la vita di quest'uomo è la contemplazione, e la vita di quello è il canto; e secondo questo distinguiamo la vita contemplativa dall' attiva. Questo

(1) Io. 17.

(2) Io. 18.
(3) 10.1.

(4) Io. 10.

Verbo adunque è il Verbo della vita in qualunque modo si pigli la vita. Imperocchè se questa parola si piglia per l'esser de' viventi, dà l'essere a tutti i viventi, imperocchè per quella tutte le cose son fatte. Similmente pasce e nutrisce tutte le cose. Risguarda gli uccelli del cielo, perchè non seminano, nè mietono, nè congregano nei granari, il padre vostro celeste gli pasce, e se il padre li pasce, adunque li pasce anche il figliuolo, perchè tutte le cose che fa il padre le fa anco il figliuolo. Onde egli dice: Il padre mio infino a questo tempo opera, e io opero; e soggiunge: Perchè tutte le cose che fa il padre, quelle similmente le fa ancora il figliuolo (1). E però voi, poveri, non vogliate temere, ricorrete a questo Verbo che pasce tutte le cose, perchè non del solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio (2). E certamente esso a voi darà il pane non solamente in terra, ma ancora nel cielo. Io sono il pane vivo, dice egli, che son disceso dal cielo (3). Se adunque vi dà il più, non vi darà il manco? Se il fieno del campo il quale oggi è e dimane si mette nel forno, Dio così veste, quanto più vestirà voi, o di poca fede? Similmente questo è la parola che dà la vita della intelligenza. Fonte di sapienza è la parola di Dio negli eccelsi, dice lo Ecclesiastico (4). Di qui il sapiente quella domandava dicendo: Dammi la sapienza assistitrice delle tue sedi; e di sotto dice: Manda quella dai cieli santi tuoi, e dalla sedia della tua grandezza che sia meco, e meco si affatichi acciò ch'io sappia quello che sia accetto appresso di te (5). Questa, dico, è la parola che dà la vita della conversazione e delle sante operazioni, ed è fonte di tutta la vita spirituale; imperocchè, come dice l'Apostolo, ha proposto nella plenitudine di tempi instaurare e reintegrare tutte le cose in Cristo, quelle cose che sono in cielo e quelle che sono in terra (6). In esso, perocchè la vita cristiana consiste in fede, speranza e carità. Se alcuno avrà queste cose, ancora che non abbia operato gran cose, non potendo operare, sarà salvo. Imperocchè della fede, si dice a quello che non opera: A quello che crede in Cristo, il

(1) Io. 5.

(2) Math. 4.

(3) Io. 6.

(4) Eccles. 31.

(5) Sap. 9.

(6) Eph. 1.

quale giustifica l'empio, è reputata la fede sua a giustizia secondo il proposito della grazia di Dio (1). E della speranza: perciocchè per la speranza siamo fatto salvi (2). E della carità: Il fine del comandamento è la carità di puro core, e buona coscienza (3); e queste cose procedono dal Signor Gesù Cristo non solamente perchè sono da lui, ma ancora perchè sono in lui. Imperocchè bisogna credere nel Signor Gesù e in lui sperare e quello amare, e questa è tutta la vita spirituale. Del primo si dice: La giustizia di Dio è per fede di Gesù Cristo in tutti e sopra tutti che credono in lui (4); e un'altra volta: Se lui farà dimora, aspettalo, perchè venendo verrà e non tarderà (5). Ecco che quello ch'è incredulo non avrà retta l'anima sua in sè medesimo, e il giusto viverà nella sua fede. E della speranza: Sarai ricordevole della tua parola al servo tuo nella quale mi hai dato speranza; queste cose mi hanno consolato nella mia umilità perchè il tuo parlare mi ha vivificato (6). E della carità. Se alcun non ama il nostro Signore Gesù Cristo, sia separato dagli uomini, e maledetto (7). È adunque manifesto che tutta la vita spirituale consiste in lui; per il che rettamente si chiama parola della vita, però che per lui abbiamo lo accesso in questa grazia nella quale stiamo, e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio. Da lui adunque pende tutta la vita nostra, anzi esso è la vita nostra, perchè senza lui siamo riputati niente; perchè dice il Savio: E se alcun sarà perfetto tra i figliuoli degli uomini, se da quello sarà discosta la tua sapienza, sarà riputato niente. Ma udite in che modo questa parola sia fatta vita nostra. Questa cosa è mirabile a dire. Imperocchè morendo Gesù è fatto a noi vita, perchè morendo ha distrutta la nostra morte. O altezza delle ricchezze della sapienza e scienza di Dio, quanto sono incomprensibili i suoi giudici e investigabili le vie sue. Chi ha conosciuto il senso del Signore, ovvero chi è stato suo consigliere? chi ha udito mai tal cosa, ovver simile a questa? Oh quanto sono magnificate l'opere tue, Signore; troppo profonde sono fatte le tue cogitazioni, ma l' uomo insi

(1) Rom. 4.
(2) Rom. 8.
(3) 1. Timot. 1.

(4) Rom. 3.

(5) Hebr. 2.

(6) Psal. 118.

(7) 1. Cor. 16.

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piente non conoscerà, e lo stolto non intenderà queste cose (1). O cosa mirabile! tutti noi che siamo niente eravamo morti, e il Verbo eterno che fa tutte le cose, è morto secondo la carne, acciocchè tutti viviamo. Ma dice san Paolo: Uno è morto per tutti; tutti adunque son morti, e per tutti è morto Cristo; acciocchè quelli che vivono non vivano a sè, ma a quello che per loro è morto e resuscitato (2). Cristo Gesù adunque morendo è fatto vita nostra per morte. Dov'è adunque, o morte la tua vittoria? dove è il tuo stimolo? hai persa la vittoria occidendo Cristo (3). Che cosa è adunque? se la morte di Cristo ti ha destrutta, quanto più ti ha destrutta la vita? O morte, dov'è la tua vittoria ? Tu hai destrutta te medesima. Dov'è il tuo stimolo? Ma lo stimolo della morte è il peccato. Ancora il peccato è destrutto in croce nelle piaghe di Cristo. Ecco, vedete, fratelli, come questa è la parola della vita, cioè causa della vita nostra, imperocchè per la morte è causa della vita di tutta l' umana natura. E se volete intendere ancora più abbondantemente, udite un altro modo col quale ha vivificato le anime nostre. Forse il panè non è causa della nostra vita ? Esso dice: Io sono il pane della vita; e disotto: Se alcun mangierà di questo pane viverà in eterno, e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo (4); perocchè questo è il pane celeste, il pane degli angeli che mangia l'uomo. O cosa mirabile! il povero, il servo e l'umile mangia il Signore. Ma questo pane non è vita a tutti, perchè gli è pane spirituale che non si mangia come gli altri cibi, perocchè, avvenga che sia vera carne di Cristo, non è però a nutrir la carne, ma lo spirito: lo spirito certamente vivifica, ma la carne non giova cosa alcuna, e però giova solamente agli spirituali, perchè l'uomo animale non capisce quelle cose che sono dello spirito di Dio (5). Ma ecco quanto pochi spirituali oggi si trovano. Ditemi quando venite a udir la messa dove andate? or non andate voi a questo cibo spirituale? Tutti quelli che sono presenti alla messa si fanno un corpo, di cui il sacerdote é capo a pigliar per tutti un cibo. Ma dimmi fratello: In che modo l'odi tu? in che modo ti congiungi tu a quel capo? corporalmente o spiritalmente? Se ti con

(1) Psalm. 91.
(2) 2. Cor. 5.
(3) 1. Cor. 15.

(4) Io. 6.

(5) 1. Cor. 2.

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giungi solo corporalmente, non ti giova niente; se spiritualmente, la virtù di quel cibo si diffonde nell'anima tua. Se tu hai peccato mortale, se ritieni quel d'altri, se pensi il male, se ti glorii nella malizia, che ti gioverà esser ivi? O quanti oggi non sanno quel che si facciano andando alla messa, ma seguitano solamente la consuetudine. Ma che dice la scrittura? Se alcuno ignora, sarà ignorato (1). Ma molti non solamente non attendono alla messa, ma ivi fanno molti mali, guardando le vanità, pensando cose perverse, e spesse volte parlando e turbando il sacerdote e gli altri che hanno devozione. Altri vogliono le messe che sian dette con celerità e subitamente spedite; e molte volte il capo è infermo, perchè seguita il popolo; ma che dice Celestino Papa? Il popolo dee esser insegnato e non seguitato (2). Or i buoi traendo il carro, seguitano il carro? Or che abusione è questa che il capo sia retto dalle membra? Perchè il popolo non dee insegnare ai sacerdoti, ma imparare da loro. Le labbra del sacerdote, dice Malachia, custodiscono la scienza, e ricercano la legge dalla bocca sua, perchè è angiolo del Signor degli eserciti (3). Ma guardati, sacerdote, se non intendi queste cose. Odi il Signore quello che dica contra te per il profeta Osea : Perchè sia scacciata la scienza, ti scaccerò te, che tu non usi il mio sacerdozio (4). O quanti sacerdoti son oggidì che non hanno nè scienza, nè costumi! E voi cittadini siete causa di questa cosa. Imperocchè volete far i vostri figliuoli sacerdoti e vescovi per i benefici, e non sono degni, e destruggete loro e dissipate la chiesa di Dio. Credete voi di non esser tenuti a restituzione? Certamente se egli è tenuto a restituzione colui che calpesta l'altrui biade, quanto più v'è tenuto colui che distrugge la chiesa di Dio? Nel vero voi siete obbligati a restituzione e quanto allo spirituale e quanto al temporale. Quando potrete adunque restituire? Nè l' escusazion vostra è buona, che dicete: Io conosco che 'l mio figliuolo, o amico, è buono; perchè non basta che lui sia buono di certa bontà civile, nè di bontà spirituale, secondo il modo degl' incipienti, ma bisogna che sia perfetto di santità, e così esperto e pratico nella vita spirituale che possa insegnare gli altri; e non

(1) 1. Cor. 14.

(2) Dist. 62.
(3) Malach. 2.

(4) Osea 4.

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