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era occupato da Alessandro VI, e che Lorenzo il Magnifico, detto in un' opera recente il primo italiano de' suoi tempi, erasi fatto dilapidatore de' denari del comune. Così, tra questi due termini, dal pontefice al principe, si dibatteva la società in Italia, sullo scorcio del secolo XV: e colle virtù private si spegnevano le pubbliche, e rovinavasi alla decadenza dell'individuo e della nazione.

Pure, per sette anni, il Savonarola valse a trattenere tanto precipizio, e la sua potente parola mutò in Firenze i baccanali in dimostrazioni di pietà, e creò nella città che sbadatamente festeggiava nelle giostre de' Medici, la generazione che più tardi seppe combattere nell' ultima battaglia della repubblica. Alla sua voce, in san Marco erano accorsi più di 200 frati, tra' quali si leggono i nomi delle più illustri famiglie fiorentine; e il Pico e il Poliziano vollero indossare in morte l'abito che fra Girolamo vestiva; e il Michelangiolo si ricordava ne' suoi tardi anni delle parole del povero frate, le quali gl'ispirarono un de' più bei pezzi dell' italiana poesia; ed egli volle in ricordanza del frate, che nel rovescio della medaglia dove Leone Leoni, aretino, l'aveva ritrattato, fosse fatto un cieco guidato da un cane (1); che rappresentava, per Michelangiolo, un simbolo del Savonarola.... E pareva il vizio fosse infrenato dalla sua viva voce, perchè, dove egli tacesse, di bel nuovo il vizio irrompeva; e quando nel 1497, tacque alcun tempo, essendogli la parola interdetta, la città si vide di bel nuovo perduta, e gli uomini che in allora erano al reggimento se ne trovarono

(1) Con questo motto: Docebo iniquos vias tuas, et impii ad

le convertentur.

sgomenti. Ecco le parole del Barsanti (1): « Il silenzio non pertanto ed il ritiro del Padre Savonarola sembrava troppo dannoso a quella repubblica destinata dal gran Padrone della Vigna ad essere inaffiata dai sudori di questo fedele suo ministro, e coltivata mercè la di lui fruttuosa predicazione, col seme fecondo della soda e casta sua dottrina. È un principio indubitato presso tutti gli scrittori di quei tempi, che alcuna cosa ci hanno narrato del frutto di sua missione, che quanto trionfava la pietà e la religione nei popoli, quando questo zelante ministro del Vangelo ne annunziava le massime, tanto languivano le virtudi e signoreggiava il vizio, quando egli si conteneva nel silenzio del suo ritiro ». «Da che egli cessò di predicare, ecco, dice un antico scrittore, che si riprese la via ai giuochi e a tutte le ribalderie, in modo che i cattivi uomini dicevano: vedi che ora potremo commettere i nefandi peccati a nostro piacere e giuocare e fare altre ribalderie a dispetto del frate ». Lo che conferma anche lo storico Nardi, quando ci assicura che si vedeva e conosceva in questo tempo crescere tanto la moltitudine de' vizii e la rabbia degli avversarii, quanto cresceva la bontà e la devozione negli uomini semplici e retti di cuore. « Vedevano i buoni con pena, e compiangevano i magistrati la piena e l'urto di tanti vizii, nocivi ben anche alla retta polizia di uno stato; perlochè ritirarono l' ordine già emanato di sospendere della predicazione, e furono a porgere le più calde suppliche al Padre Girolamo, perchè s' inducesse a riassumere il caldo suo ministero, e interporre nuovi argini e ripari alla viziosa corrente». Ed egli accorse

(1) Vita del Savonarola, lib. 4, XVII.

di bel nuovo, ma dalla piena irrompente, dopo qualche mese di lotta, fu travolto assieme a' suoi due compagni, e dopo un lungo processo e più lunghi patimenti, fu condannato a morire.

Ma non morì la sua parola con lui, che gli sopravvisse negli scritti a perpetuo vantaggio de' Cristiani. E noi ristampando le sue prediche sulla 1. Epistola di S. Giovanni, e quelle sul salmo: Quam bonus Israel Deus volemmo presentare agl' intelletti bisognosi di credenza un volume donde potessero aver luce a meglio comprendere le istituzioni e la fede del passato. Non giova spender parole a dare un'idea di ciò che nel volume si contiene colui che potrà profittarne, sentirassi incuorato a legger da sè e imparerà ad apprezza

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re il valore della mente di fra Girolamo, e del concetto che l'animava; e vedrà nelle prediche sulla 1. Epistola di S. Giovanni, il sacrificio della messa svolto in un modo sublimissimo, e interpretato il mistero dell'umana redenzione con vedute di altissima simbolica; e dopo lette queste prediche gli rimarrà in mente un nuovo valore, dirò quasi, il valore storico della rappresentazione di quel mistero. E ciò fare in Italia importava assai; perchè tra noi, alla festa, il popolo da messa non la tralascia; ed allora, da chiunque si cercasse modo che il popolo intendesse razionalmente quanto abitualmente operava, era un provvedere alla nostra dignità comune.

Per ciò che spetta al testo delle prediche sulla 1. Epistola di S. Giovanni, fu seguita l'edizione italiana di Venezia del 1547, collazionandola sull' edizione latina del 1536, e sul manoscritto autografo da Lord Holland posseduto, ch' egli con rara ed esimia cortesia ci ha permesso di consultare e di ciò e d'altre

VII

gentilezze usateci mentre attendevamo a questa Edizione, qui pubblicamente gli rendiam grazie. Queste prediche furono scritte dal Savonarola in latino: ma preferimmo darne la versione italiana d'un suo contemporaneo, onde far cosa al maggior numero profittevole.

Pel testo poi delle prediche sul salmo: Quam bonus Deus Israel, fu seguita l'edizione fiorentina del 1528, su quella di Venezia del 1544 collazionata .

Prato, il settembre 1846.

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