Page images
PDF
EPUB

COMMENTO

DI

FRANCESCO DA BUTI

SOPRA

LA DIVINA COMEDIA

DI

DANTE ALLIGHIERI

PUBLICATO PER CURA

DI CRESCENTINO GIANNINI

Tomo Secondo

IN PISA

PEI FRATELLI NISTRI

1860

Proprietà Letteraria

AI LETTORI

La publicazione del primo volume di questo Commento, seguita appunto, quando in Italia si udirono le prime voci della probabilità di una vicina guerra, trovò nullameno in parecchi fogli periodici tale una lieta accoglienza, che ne riuscì a grato conforto per continuare fiduciosamente l'impresa. E nel vero come il giornalismo, occupandosi della nostra indipendenza, avria potuto trascurare la Divina Comedia dove tutto nella sua venustà e grandezza si pare uno degli elementi della nazionalità nostra; la favella? Dopo la Bibbia non è codesto il libro per noi più interessante? Dallo studio ed amore posto nel sacrato poema si può determinare il grado della coltura nella nostra penisola: imperocchè lettere, scienze ed arti si videro di conserva sorgere e cadere. Infino dai tempi dell'Allighieri i due più grandi ingegni dopo lui; il Petrarca e il Boccaccio se ne mostrarono tanto caldi ammiratori, che il primo trascrisse di sua mano la cantica del Paradiso facendovi

mai

sempre

VI

delle assennate postille, e l'altro se ne porse esponitore al popolo fiorentino. Che se il secolo decimosesto ebbe a gloriarsi di Galileo, Raffaello e Michelangiolo, noi non ci apporremo gran fatto se giudichiamo come non poco vi ebbero contribuito i sommi poeti di codesta età; l'Ariosto e il Tasso, i quali negli scritti loro tanta parte dei versi danteschi trasfusero, che a sè medesimi ed a lui ebbero accresciuta la rinomanza. Dal seme però gittato per questi bennati spiriti non si ricavò intero lo sperato frutto: perciocchè l'influenza spagnuola avendo accasciata la vigoria degl' intelletti, adulterò il concetto della nazionale letteratura, e così le ottime discipline eziandio forviarono. Ma potevano le menti italiche tenere lungamente questa mala via, la quale senza dubbio avrebbeci menato alla barbarie e traboccati nella più miserevole condizione? Il Graziani con le sue liriche ed il Varano colle visioni, rinvigoritisi alla scuola dantesca, mostrarono i primi quale sentiero si dovea prendere; ma le arcadiche sdolcinature, e le lettere virgiliane, dettate con la petulanza propria della setta, ne distolsero dalla onorata meta, finchè nuovi astri non comparvero nel ridente cielo d'Ausonia. Gasparo Gozzi, Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri, Vincenzo Monti ed Ugo Foscolo ne illuminarono il novello cammino, che eglino stessi gloriosamente percorsero, seco traendo quanti del bello e del grande fossero capaci. Quanta adunque la nostra gratitudine per questi magnanimi, i quali ci ebbono rilevati e sul glorioso calle rimessi! Fu loro mercè che, risorto il culto dell' Allighieri, in Italia e fuori se ne multiplicassero le edizioni, e dovunque si cercasse agevolarne alla gioventù l'apprendimen– to. E qui potrà taluno ridire: Se già a trecento, o in quel

« PreviousContinue »