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mettere più, per li quali piangere si convegna. Questo medesimo dice Santo Gregorio: Poenitere est ante acta peccata flere: et flenda iterum non committerė. Una medesima sentenzia è. E dice Santo

Tommaso, che per le sopraddette parole si dimostra, che cosa è penitenza per gli suoi effetti, che sono due. L'uno ragguarda il peccato passato: e però dice, che si debbono i peccati passati piangere. L'altro effetto ragguarda il peccato per lo tempo, che ha a venire: e però dice, che non si debbono commettere più, per li quali piangere si convegna. E intendesi questo secondo detto, quanto al proponimento, cioé, che colui, che ha vera penitenzia, come si dee dolere, e piangere i peccati passati, così dee avere proponimento di guardarsene per innanzi. E se pure interviene, che altri poi in peccato ricaggia, nondimeno la prima penitenza fue valevole. Conviensi da capo de' peccati, in che altri è ri- 3 caduto, similmente fare e avere penitenzia, non ostante quello, che pare, che dicano alcuni, come dice il Maestro delle Sentenzie di Santo Agostino, e Santo Isidero, e Santo Gregorio, e alcuni altri, de' quali anche fa menzione il Decreto nel Trattato della Penitenza: i detti de' quali si vogliono disporre e intendere, non riferendo a diversi tempi, ma ad uno medesimo tempo. Quelli, che dicono, che i peccati passati si debbono piagnere, e per innanzi non farne più; ciò è a dire, che per quello

medesimo tempo, che altri si duole, e piange il peccato commesso, non dee fare, nè avere intendimento di fare o quello medesimo peccato, del quale si pente i avere fatto, o altro grave peccato, per lo quale pentere, o fare penitenza si convenga. Ma pure se interviene, che anche pecchi, o ricaggendo in quello medesimo peccato, o in altro, fu valevole la prima penitenza, e sarà valevole la seconda, e quantunque se ne faranno infino alla morte. Che la divina misericordia, considerando l'umana fragilità, ha provveduto, che il sacramento della penitenzia, non pure una volta, come il Battesimo, si possa fare e ricevere; ma tante volte, quante si ресса, durando la vita. La qual cosa diede ad intendere Gesù Cristo a Santo Piero, quando domandandolo egli: Quotiens peccabit in me frater meus, et dimittam ei? usque septies? Non dico tibi usque septies, sed usque septuagies septies. Domandollo San Piero quante volte si dovesse perdonare il pec4 cato: e se bastava sette volte. E Gesù Cristo misericordioso e cortese disse: Non pure sette volte, 2 ma settanta sette, ovvero sette volte settanta ; che tanto è a dire, tante volte gli perdona, quante pecca, o peccare puote, tornando egli a penitenza. Avvegnachè molto e più grave il peccato, nel quale l'uomo ricade dopo la penitenza, che non fu

I d'aver. M. 2 ma settanta volte sette. che eec. E.

il primo, per molte ragioni, che' Santi n'assegnano, e spezialmente per la ingratitudine della grazia ricevuta da Dio; non che il peccato, una volta perdonato per la penitenza, ritorni; ma quanto all'ı affetto, per la ingratitudine è più grave, che 'l primo. La qual cosa volle Gesù Cristo dare ad intendere, quando disse nel Vangelio: Cum immundus spiritus exierit ab homine: etc. et adducit alios septem spiritus nequiores se: etc. et fiunt novissima hominis illius pejora prioribus. Disse, che lo spirito maligno, che prima era partito dall'uomo per la penitenza, quando ritorna per lo effetto del peccato, nel quale l'uomo ricade, ne rimena sette piggiori di se: e la condizione dell'uomo ricaduto è piggiore, che prima. Similemente disse a quello infermo, che egli avea sanato: Vade, et amplius noli peccare, ne deterius tibi aliquid contingat: Va, e non volere peccare più, acciocchè peggio non t'intervenga. Dove nota, che disse noli, non volere, e non disse non pecces, non peccare; a dare ad intendere quello, che è detto di sopra, che a avere penitenzia, basta il proponimento e'l volere non peccare, avvegnachè poi si pur pecchi. E come il ricadere nel peccato sia grave, e quanti mali faccia all'anima ingrata, più innanzi ordinatamente si dirà.

I effetto.

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Del nome della Penitenzia,
Capitolo Secondo .

Dicesi questo nome penitenzia a poenite ndo, cioè

da pentere; perocchè l'uomo per la penitenza si pente del male, ch'egli ha fatto. Ovvero si dice penitenza; quasi poenae tentio: cioè tenimento di pena, per la quale si puniscono i mali, che altri ha fatto. Onde pentere, quasi pena tenere, ovvero penitenzia, quasi punienzia. Onde Santo Agostino dice: Poenitentia est quaedam dolentis vindicta, puniens in se quod dolet commisisse : La penitenza è una vendetta, per la quale l'uomo punisce in se quello, che si duole avere commesso.

La

DISTINZIONE SECONDA,

Ove si dimostra quante sono quelle cose,
che c'inducono a fare penitenzia

e a non indugiarla.

Ma seconda cosa,

che dobbiamo dire, secondo l'or dine impreso della penitenzia, si è: Quali sono quelle cose, che c' inducono a fare penitenza, e a non indugiarla: e sono sette cose. In prima, l'amore della Justizia. La seconda, la paura del divino judicio. La terza, è la incertitudine della morte. La

quarta, è la pazienza e la benignità di Dio. La quinta, e la malagevolezza del pentere dopo la lunga usanza del peccato. La sesta, è la ingiuria, che si fa a Dio, e agli Angeli suoi, non faccendo penitenza. La settima, è l'esemplo e la dottrina di Cristo e 6 de' Santi, che la feceno, e anche la 'nsegnarono.

CAPITOLO PRIMO

Ove si dimostra, come l'amore della Justizia c'induce a fare penitenzia.

La prima cosa, che c'induce a fare penitenza,

è

l'amore della Justizia: et è Justizia una vertù, che tiene la bilancia iguali e diritta, e rende a ciascu no suo 2 diritto: la quale ogni animo buono e diritto dee amare in se et in altrui. Ora come l'uomo, che adopera bene, e virtuosamente vive, merita, secondo dirittura di giustizia, 3 guidardone e premio; così l'uomo, che adopera male; e viziosamente vive, merita tormento e pena. É imperocchè tutti siamo 3 mafattori, e pecchiamo disubbidendo alla legge di Dio (che è altro peccare, come dice Santo Ambruogio, che trapassare la legge di Dio, e disubbidire a' suoi comandamenti ) seguita, che giustamente noi meritiamo tormento e pena. E dee, se

E

I debito. E. S 2 guiderdone. E. M. 3 malfattari. E. M.

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