Beatrice Cènei

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A spese dell'editore, 1854 - 606 pages
 

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Popular passages

Page 350 - ... uomo per lo peccato mortale. E acciocché la mia venuta a te sia con alcuno utile e ammaestramento di te, rendendoti cambio di molti ammaestramenti che desti a me, porgimi la mano tua, bel maestro.' La quale il maestro porgendo, lo scolare scosse il dito della sua mano che ardea in su la palma del maestro, dove cadde una piccola goccia di sudore, e forò la mano dall' uno ali' altro lato con molto duolo e pena, come fosse stata una saetta focosa e aguta.
Page 543 - Infinito gli anni non si distinguono neanche come polvere. Volgi, o figlia, il tuo sguardo al cielo e dimentica le cose terrene.
Page 162 - Che ritraesse l' ombre ei tratti, ch' ivi Mirar farieno ogn' ingegno sottile ? Morti li morti, ei vivi parean vivi. Non vide me' di me chi vide il vero, Quant' io calcai fin che chinato givi.
Page 322 - Li ruscelletti che de' verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno, facendo i lor canali freddi e molli, sempre mi stanno innanzi, e non indarno; che l'imagine lor vie più m'asciuga che '1 male ond'io nel volto mi discarno.
Page 114 - Da questo cadavere nasceranno migliaia di viventi, e, morti anch' essi . ne deriveranno altri vivi; perpetua vicenda di vita e di morte, ecco tutto. La vera sapienza, o figlia del mio cuore, la vera sapienza, intendimi bene , consiste nel ricavare la somma maggiore di piaceri dalla forma che la natura ci destina attualmente. — Vieni, Beatrice . te sola amo... tu sei lo splendore della mia vita... te... E più , e più sempre, invaso da diabolica insania, si accosta lo iniquo vecchio a Beatrice;...
Page 323 - Firenze con l' esilio e con la morte di molti cittadini si terminavano. Quelle di Roma sempre la virtù militare accrebbero, quelle di Firenze al tutto la spensero. Quelle di Roma da una ugualità di cittadini in una disuguaglianza grandissima quella città condussero; quelle di Firenze da una disuguaglianza a una mirabile ugualità l
Page 350 - 1 maestro compunto, tra per la paurosa visione e per lo duolo, temendo di non andare a quelle orribili pene, delle quali avea il saggio, diliberò d'abbandonare la scuola e '1 mondo. Onde in questo pensiero fece due versi, i quali, entrando la mattina vegnente in iscuola, davanti a...
Page 77 - Guerrazzi attribuisce quest'uffizio « alla fragranza » della bocca, la quale diffondendosi intorno alla persona, fa reputarla non terrena creatura : così da oggi innanzi consulteremo non più i nostri occhi, ma i nostri nasi. Ma questa poi è novissima. La Beatrice ha sul mento la fossetta, e sapete voi perchè ? Perchè l'Amore con le mani di rosa....
Page 34 - L'acque parlan d'amore e l'ora ei rami E gli augelletti ei pesci ei fiori e l'erba, Tutti insieme pregando eh' i
Page 304 - Quali per vetri trasparenti e tersi, o ver per acque nitide e tranquille, non sì profonde che i fondi sien persi, tornan de...

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