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PARTE SECONDA

Pedagogia del Silenzio

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Lo spirito è bensì un'energia, ma è anche e soprattutto una formazione: in altri termini, non è, ma diventa, è un farsi più che un essere; capace di sviluppo e d'integrazione, esso è il progressivo risultato del suo incessante svolgimento, il quale si compie in una duplice direzione o in una duplice serie di effettualità: da una parte lo spirito svolgendosi accresce se stesso, cioè il contenuto della sua attualità o, in altre parole, concresce su sè; dall'altra estende gli orizzonti della sua vita, in rapporto agli altri spiriti. Ma esso non è soltanto accrescimento ed integrazione. Nell'accrescersi, nello svilupparsi segue delle vie, prende delle pieghe, acquisisce delle abitudini. Non è possibile che l'accrescimento si faccia del tutto a caso, chè sarebbe inconcepibile una caotica formazione dello spirito, una struttura disorganizzata dello stesso. Nello svilupparsi lo spirito in

vece assume delle forme; si sviluppa in un modo piuttosto che in un altro; contrae attitudini speciali; si viene insomma organando secondo alcune speciali norme. Norma non sarebbe il termine proprio, perchè ogni norma implica qualcosa di obbiettivo e di universale; ma in questo caso la si può adoperare per indicare il modo che ogni spirito tiene nella sua formazione, e per cui soltanto può pervenire ad una relativa compiutezza, cioè ad una relativa organizzazione.

Lo svolgimento dello spirito avviene dunque secondo determinate regole, le quali non soltanto servono a dargli una speciale forma, ma contribuiscono anche ad imprimergli fisionomia e carattere propri, per cui l'ulteriore sviluppo dello spirito stesso ne viene quasi informato e indotto. Si costituiscono, in una parola, degli abiti, che esercitano un influsso non soltanto sull'ulteriore sviluppo dello spirito, ma anche sulla condotta, come modo di estrinsecazione della vita interiore dello spirito. Questi abiti possono invero essere il risultato di un naturale procedimento, ma possono anche esser l'effetto di un procedimento voluto ed imposto; possono cioè essere l'effetto di una disciplina dello spirito, in quanto lo sviluppo dello spirito non è abbandonato al suo corso naturale, come vero e proprio sviluppo spirituale spontaneo, ma è subordinato e sottoposto ad alcune determinate norme per il conseguimento di fini prestabiliti. Si può sempre intervenire si può, non si deve nel naturale sviluppo dello spi

rito per modificarlo ed orientarne la direzione secondo alcune speciali vedute. Disciplinare lo spirito val lo stesso che vigilarne e regolarne lo sviluppo ed imprimervi degli abiti tali da assicurarne l'ulteriore svolgimento secondo determinate norme e prestabiliti principi; impedire cioè che lo sviluppo dello spirito prosegua e si continui senza norme fisse e proceda senza direttive, svolgendosi sia su se stesso, come in una spirale, sia in forme depressive di esaurimento e di annullamento.

Ogni disciplina dello spirito presuppone un concetto della formazione dello spirito secondo un determinato ideale. Gli abiti mentali e di condotta

che si vogliono far contrarre rispondono ad alcune vedute generali intorno alla formazione dello spirito, secondo l'ideale della concezione umana stabilita o il tipo ideale della natura umana.

La disciplina dello spirito è dunque una deduzione da un ideale dello spirito, una deduzione mediante la quale l'organizzazione dello spirito è fissata secondo alcune norme generali. Se la disciplina dello spirito è una deduzione dall'ideale dello spirito, sotto un altro punto di vista è un'organizzazione di mezzi per render possibile l'attuazione dell'ideale dello spirito. La qual disciplina, conformemente al concetto di educazione da noi propugnato,' s'inizia come un processo

1 Cfr. G. TAURO, Introduzione alla Pedagogia Generale, 1906; L'Unità mentale e la concentrazione dell'Istru

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