La mente di Pietro Giannone

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Libero pensiero, 1868 - 125 pages

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Page 38 - ... quali non fu concesso tanto acume, industria ed intelletto, da potersene spogliare. E, tralasciata la considerazione de' moderni imperi, regni e monarchie, delle quali abbastanza era istrutto, volli andar indietro, quanto più si potesse, seguendo le memorie, che, sottratte alle ingiurie degli uomini e de
Page 97 - Napolitani; ed ebbi la fortuna di conoscere l'ambasciador di Francia, il quale mi usò gran gentilezze e cortesie. Nel tempo stesso, saputosi a Venezia il mio arrivo, essendomi una mattina portato nella piazza di San Marco, mi vidi, fuor d'ogni mia aspettazione, circondato da un gran numero di gentiluomini; tutti salutandomi per nome, e l'uno additandomi all'altro, concorrevano per vedermi e farmi esibizioni così affettuose e gentili, che io, pieno di confusione, appena bastava a rendergli grazie...
Page 123 - Pietro autore della Storia civile di quel Regno; e considerando non convenire alla felicità del suo governo ed al decoro della sovranità il permettere che resti nella miseria il 'figlio del più grande, più utile allo Stato e più ingiustamente PREGI DELLA SUA STORIA DEL REGNO DI NAPOLI.
Page 17 - ... forense, nella guisa che facevasi nelle Ruote del Consiglio di Santa Chiara. Due giovani assumevan la parte degli avvocati contendenti, gli altri, più provetti, la parte de" giudici che dovean, co' loro voti ben ragionati e pubblicamente esposti, deciderle. Avvenne, tra questi esercizi, ch'essendosi proposto di doversi in più lezioni esporre la legge seconda de origine iuris, della quale se ne fa autore...
Page 98 - Sanfelice correva per le mani di molti e ch'era con piacere letta e commendata, mi tendevano insidie, e sempre che io capitava nella piazza di San Marco, tenevan ivi persone che notassero tutti i miei detti ed andamenti; onde che fossi nel parlar cauto e ritenuto: anzi meglio avrei fatto, se me n'astenessi; poiché ad ogni mia parola si davano maligne interpretazioni, e sovente era calunniato di cose da me non pur pensate, non che dette. Seppi dapoi che, oltre i gesuiti, si era dalla congregazione...
Page 19 - ... dato alla luce vie più assai che non si converrebbe. Sarà quest' Istoria tutta civile, e perciò, se io non sono errato, tutta nuova, ove della polizia di sì nobil reame, delle sue leggi e costumi parlitamente tratterassi : parie, la quale veniva desiderata per intero ornamento di questa sì illustre e preclara region d'Italia.
Page 15 - ... poiché mi sgomentavano tanti volumi, ed io non voleva tralasciare l'intrapresi studi della giurisprudenza ed istoria romana, fui contento delle Epitome, che Gassendo esattamente avea a questo fine compilate. Le quali lessi tutte con avidità e sommo contento, ravvisando in quelle una solida e più verisimile filosofia, la quale tolse tutte quelle tenebre e caligini, nelle quali fino allora era stato io immerso. Egli è vero che non...
Page 56 - Acerbo enim luctu dolens pater, cito rapti filii fecit imaginem, et illunl qui tunc quasi homo mortuus fuerat, nunc tanquam deum colere coepit, et constituit inter servos suos sacra et sacrificia ». Derivarono anche da gli uomini per un altro verso. I primi conquistatori, i primi inventori delle arti e delle scienze si meritarono doppo la lor morte onori divini, e di esser numerati fra
Page 17 - XI). tesio istesso inculcata: che in filosofia niuno dee astringersi a militare sotto un particolar duce, ma l'unica sua scorta e guida, in investigando l'opre stupende di natura, dover essere la sola ragione e l'esperienza. E d'allora in poi stimai leggerezza o vanità il seguitare il partito o di Gassendo o di Cartesio o di qualunque altro filosofo; ma, dopo un maturo esame ed esatto scrutinio, appigliarsi a quella dottrina, che troverà più conforme alla ragione ed all'esperienza.

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