Page images
PDF
EPUB

con la roba la vita. Ancora, nel partir dal regno, aveva strettamente raccomandato questo negozio al Toledo. Ora, dieci anni dopo, scrivevagli il vicerè: Per diligenza che avesse usata non essere riuscito a impedire il male, il quale pur troppo s'era introdotto nel regno bisognare ormai fare opera che maggiormente non si distendesse: bisognare risoluti rimedi: qualche cosa che atterrisse il popolo; e così, senza dire, accennava l' Inquisizione. Rispondeva l'imperatore, lodando il zelo del vicerè, che conveniva metter riparo alla piena: quello essere il momento opportuno d'introdurre in Napoli l'Inquisizione; ma perchè la faccenda era grave, bisognare che il vicerè cercasse qualche sottile espediente, che salvasse le apparenze e assicurasse la sostanza del fatto: trovatolo, lo adoperasse. Come così scrivesse, si dura per verità fatica a comprendere. Imperciocchè egli avea fatta pure esperienza quanto fosse pericoloso sforzare in ciò i popoli; chè, quando e' volle introdurre in Fiandra l'Inquisizione, vide che quella contrada tutta si disabitava per fuggir detta legge, ond'ei fu costretto a levarla (1). Ma, per tornare al vicerè, avea egli già pensato al modo. Aveva, per mezzo del cardinal Burgos, suo fratel germano, tentato l'animo del pontefice Paolo III, supplicandolo, concedesse l'editto della Inquisizione, non men necessario a questo regno che fosse stato alle altre province d'Italia per preservarlo dalla eretica pravità.

(1) Scipione Miccio, vita di don Pietro Toledo, cap. XXXV.

Mandasse Sua Santità un suo commessario con breve, che si dovesse per via d'Inquisizione procedere, specialmente contro a' clerici claustrali e secolari. Paolo III, scrivono, si lasciò a'prieghi del cardinal Burgos vincere, quantunque chiaro vedesse, che Carlo V el Toledo una cosa dicevano e un'altra volevano. Dicevano Inquisizione di Roma, ma una volta introdotta, prevedeva il pontefice che non sarebbero stati lenti a farla amministrare a modo di Spagna. Scrivono altri autori che concesse il breve, prevedendo che, stante la mala contentezza del popolo per questo particolare, ciò avrebbe fatto nascere qualche novità politica, che il tempo poi avrebbe governata in vantaggio di Roma; e può stare che facciano abuso di malignità, non di rado avvenendo che gli uomini non per manco errino ma per abuso di finezza e penetrazione. Checchè sia di ciò, questa segreta discrepanza tra Roma e i reggitori spagnuoli giovò non poco a'Napoletani. Venne il breve di Roma con condizione che il commessario, o commessarî, come vuole il Porzio, due frati dell'ordine di S. Domenico della provincia di Napoli e in Napoli dimoranti, procedessero per via ordinaria, con manifestazione di testimoni, e senza la confiscagione della roba (1). Ciò metteva una differenza gran

(1) Così il Porzio, ma nella Relatione del Signore Hettore Gesualdo, vecchio consigliere del regno di Napoli e Commissario fatto per S. M. nella causa delli rumori di Napoli volendosi porre l'Inquisizione, fatta a S. M., M. S. della biblioteca borbonica, Scansia X. B, 57. leggo Incomin

dissima tra la Inquisizione di Roma e quella di Spagna. Il che voglio chiaramente aver detto. Il vicerè avuto il breve, ch' ei voleva far servire come scala a'suoi cupi disegni, lo soprattenne. Cadde in una forte agitazione d'animo e in un gran travaglio di mente. Quantunque dall'un de' lati gli paresse quello il momento opportuno per lo stato delle credenze, dall'altro lato era per le condizioni politiche de' tempi il più disadatto. Re Francesco di Francia, dicevasi, facesse apparecchi per riacquistare il regno: già ai suoi cenni una flotta turchesca avvicinarsi alle nostre marine........ Come prima d'entrare in castello, il dì ch'ei giunse in Napoli, soprappreso da gravi pensieri, il vicerè fu veduto arrestarsi; così ora, innanzi di gittare il dado fatale, era veduto parimente arrestarsi. Ma il tempo de'dubbi, e del seco medesimo consultarsi era passato. Non era più ora di potersi arretrare. Come ostare alla volontà espressa dell'imperatore? Non aveva egli forse affrettato l' evento? Non aveva egli addomandato il breve al papa? Quale scusa o pretesto addurre, se non la paura? Vuoi degli esterni, vuoi degl' interni nemici, il popolo,

ciandosi il mese di marzo 1547 a mormorare nella città di Napoli che si voleva porre l'Inquisizione a rispetto di uno breve mandato dalli cardinali inquisitori al priore e lellore di Santa Caterina a Formello di Napoli, alcuni cominciarono a sollevare il popolo ecc. e nelle Eccettioni presentale per la città di Napoli per iscolpatione di quanto pretende il regio Fisco per la relatione del signor Hettore circa i rumori di detta città (annessa scrittura) — leggo: - Nel mese di febraro e marzo dell'anno 1547 s'intese esser venuto un breve da certi cardinali di Roma per lo quale si dava potestà a certi frati di Santa Caterina a Formello ec.

BALDACCHINI

Storia napoletana.

7

sempre paura? Come Napoleone, prima di sottoscrivere la funesta sentenza che condannava nel capo l'infelice d'Enghien, una notte intera nel suo castello fu visto pendere tra' moti dell'animo e la brama d'assicurarsi d'un colpo il regno, ponendo tra sè e gli antichi signori della Francia-un cadavere; così il Toledo, a cui pure le opinioni della sua nazione, e in gran parte del tempo suo, consentivano il truce fatto, il vicerè, intollerante, secondo Spagnuolo, pur volle retrocedere al passo tremendo. Ciò pruova che Dio ha messo una voce interna nel cuore dell'uomo, la quale lo avverte e lo condanna prima di commettere qualunque feroce fatto, qualunque opera scellerata e malvagia. Felice il Toledo, se avesse quella segreta voce ascoltata! Felice, se meglio informata la cattedra di Pietro non avesse con inganno al capo de fedeli oltre al vero ingrandito il pericolo; se avesse saputo con animo forte affrontare lo sdegno dell'imperatore; se meglio che d'uom sanguinario avesse voluto meritar dalla storia tutt' altro giudicio. Ma il vicerè Toledo, fatta quella interna voce tacere, rimproverando a sè medesimo la sua debolezza, tenne dal collateral consiglio che apponesse al breve il regio exequatur. Il breve fu pubblicato.

FINE DEL TERZO LIBRO.

LIBRO QUARTO

ARGOMENTO

Alla parola sparsa d'Inquisizione la città si commuove. Manda suoi deputati a Pozzuoli dal vicerè. Risposte dubbie di lui. Varii editti affissi alla porta del duomo. Rumori che ne conseguono. Incomincia la storia de' tumulti avvenuti in Napoli per conto dell' Inquisizione, da'Napoletani non voluta ricevere.

Ma non si tosto si seppe in Napoli essere venuto un breve da certi cardinali di Roma toccante la Inquisizione, ne nacque un subito e generale commovimento. Senz'altrimenti intendere di che Inquisizione trattasse, niuna, dicevano, doversene in Napoli ammettere, soliti i popoli in alcune cose o tutto o nulla patire. Radunatisi i sedili o piazze, che dir si debbano, ventilarono ben la quistione, e creduto che la ragione fosse chiaramente dal canto loro, per opponersi la Inquisizione agli antichi e a' più recenti privilegi della città (concessioni sovrane, per le quali era francata Napoli da tale enormezza), statuirono per tal negozio dovere prestamente mandare deputati dal vicerè, il quale in questo mezzo tempo se ne era ito a stare in villa a Pozzuolo, dopo aver lasciato dietro alle spalle il principio di sì grande incendio. Andati in effetto i deputati da lui, oltre le ragioni

« PreviousContinue »