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PBESSO DOMENICO MORANO LIBRAIO EDITORE

Strada Quercia, n. 14, Trinità Maggiore.

1872.

Sintendono riservati tutti quanti i dritti di proprietà letteraria dell'Autore in conformità delle leggi su le opere

dell' ingegno.

B. COM. LIBERMA

SEPTEMBER 1928

17636

AVVERTENZA

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Questa storia napoletana, che ora vede la luce, fu compiuta dal Baldacchini nel settembre del 1847, quando già cominciava a farsi manifesto il corso di quei grandi avvenimenti che hanno poi fatto stupire il mondo. Il vario avvicendarsi di essi ritenne l'autore dal pubblicarla; pensando a ragione che gli animi assorti nelle cose presenti mal si sarebbero piegati a meditare sulle passate. Aspettava egli con fede tempi più tranquilli, quando gli sopraggiunse la morte !

Essendo piaciuto a' suoi di affidarne a me il manoscritto, mi è parso di poterlo oramai senz'altro indugio mettere a stampa. Perocchè tornata finalmente la calma col sospirato riacquisto dell'unità nazionale, è giunta per noi l'ora di doverci raccogliere, e di chiedere al passato utili ammaestramenti per

l'avvenire. Ed uno opportunissimo, fra tanti, se ne può trarre dai fatti narrati in questo libro. Risulta chiaramente dal loro insieme che se ai Napoletani, pochi e deboli, riuscì col tumulto del 1547 d'impedire gli Spagnuoli, allora potentissimi, dall'introdurre nel reame il tribunale dell' Inquisizione, ciò avvenne perchè tutt'i cittadini, nobiltà e popolo, furono di un solo volere. Il quale esempio bisognerà che tengano bene a mente gl' Italiani, se vorranno senza paura aspettare le nuove prove a cui forse li serba la Provvidenza.

Quanto al modo da me tenuto nel condurre la stampa, basterà dire che ho scrupolosamente seguito l'originale. Vero è che l'autore si proponeva fare delle varianti nel suo lavoro, come apparisce da certi segni che si trovano nel manoscritto. Ma benchè non mi fosse stato difficile d'indovinarne il significato, pure ho creduto mio debito di non mutarvi nulla, convinto che non avrebbe fatto altrimenti ogni onesta e discreta persona.

S. PALADINI.

LIBRO PRIMO

ARGOMENTO

Si ferma il concetto storico dell'avvenimento che si prende a narrare. Si riferiscono altri fatti, anche più antichi, che si legano con quello che forma il principale subbietto del presente avvenimento. Infelice condizione del regno dal 1501 al 1532.

Quell'io che, or sono già parecchi anni passati, presi a scrivere una storia napoletana del 1647, a'miei cittadini forse non al tutto ingrato lavoro, tornato a quest'intralasciati studi di cose patrie, e riandato col pensiero i casi occorsi nella nostra città un secolo innanzi a quel tempo, quando popolo e nobili, maraviglioso a dire, unitamente si volsero a fare che non s'introducesse appo noi il tribunale della Inquisizione a modo di Spagna, cosa da' Napoletani avuta sempre in orrore; intendo di metter mano ad un'altra storia, intitolandola del 1547, in cui questi altri fatti, anche più antichi, segui ranno. Di questi avvenimenti per verità non mancano gli scrittori; pure non credo che sieno tali da non lasciare desiderio che se ne scriva ancora in maniera più consentanea all'indole di questa nostra età. Certo fra le rivolture, già da me antecedentemente descritte, ed i tumulti che mi apparecchio in questo luogo a descrivere, non è altro legame se non d' idea. Perciocchè la generazione, la quale vide il levarsi in armi de'cit

BALDACCHINI Storia napoletana.

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