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STUDI

SULLA

VITA NUOVA

DI

DANTE

VINCENZO ZAPPIA

DELLA QUESTIONE

DI

BEATRICE

L'EPISODIO DELLA DONNA GENTILE

IL SENSO LETTERALE E L' ALLEGORIA
LE RIME E IL RACCONTO DELLA VITA NUOVA
LA QUESTIONE STORICA

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Proprietà letteraria dell' autore

DELLA QUESTIONE DI BEATRICE.

'Se manifestamente per le finestre d'una casa uscisse fiamma di fuoco, e alcuno domandasse se là entro fosse fuoco, e un altro rispondesse a lui di sì, non saprei ben giudicare, dice il cantore della rettitudine, qual di costoro fosse da schernire più'. E forse non avrebbe risposto altrimenti a chi gli avesse domandato se la sua Beatrice è persona reale o allegorica. Certo, non pare oggi inchiesta del tutto ragionevole. Di questa benedetta questione di Beatrice, se n'è parlato anche troppo; ognuno oramai sentirà stanchezza e fastidio; ed è ben giustificato il timore, non sia vana ogni ulteriore discussione.

E vana probabilmente si giudicherà questa mia qualunque fatica intorno alla gentilissima salute'; nè io m'illudo a tal segno da sperar di risolvere la secolare controversia. Tuttavia, l'aggruppare e discutere a parte a parte i ragionamenti altrui, lo scoprire le deboli radici di certi arbusti che ingom

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brano ogni tanto la via, il dare un avviamento rigorosamente logico alla discussione, il porre nei suoi veri termini il fastidioso problema; potrebbe pure giovare a qualche cosa, e forse potrebbe avvicinarci alla sospirata soluzione.

Della quale dovremmo certo disperare, se fosse vera l'osservazione dell' Earle. 'Il presente stato della disputa, egli dice, è imperfetto al più alto grado; il disaccordo nell' opinione minaccia di diventar fazioso. Qualunque ragionamento è riconosciuto buono, solo se appoggia la tesi che lo scrittore sostiene; e le prove più degne di fede sono messe in dubbio quando attraversano il sentiero del disputante. In questo modo le difficoltà insite per natura al soggetto, sono accresciute'. Ma io non voglio credere al disaccordo fazioso'; credo piuttosto, che la disputa sia tenuta accesa da certi malintesi, che sarebbe bene chiarire a uno a uno; che la lite riarda continuamente pel confondere e contaminare che spesso si fa, la vera questione che è semplicemente ermeneutica, con altre questioni, propriamente di ragione storica. E a ogni modo, nessun critico chiude gli occhi alla verità per partito preso.

Mi sobbarco adunque a tanta impresa, con un po' di scoramento, è vero; certo con poca speranza di toccar glorioso fine; ma con la mente sgombra da ogni preconcetto. Non ho una tesi da sostenere, ma una verità da ricercare; non devo difendere una causa, ma esaminare gli atti di un processo. Nè l'ossequio dovuto all' autorità di qualche gran nome, mi sarà d'ostacolo a guardar bene in fondo alla

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