Ideologia, Volume 3

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C. Pomba e comp., 1852
 

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Page 297 - Dio e delle creature, come dissero le scuole, univocamente (2); poiché nascondendoci i suoi termini, egli può attuarsi e terminarsi, sebbene non certo allo stesso modo, e in Dio e nelle creature. Vero è ancora, che noi non abbiamo una tale interna efficacia da renderci l'essere terminato, senza percepire e sperimentare i suoi termini ; e che quindi col solo esser ideale non possiamo avere la percezione di verun ente sussistente. Tuttavia contemplando l'essere iniziale, possiamo conoscere, ch'egli...
Page 275 - Consin, professore di Filosofia alla facoltà delle lettere di Parigi, derivò molte sue dottrine dalla scuola tedesca: ma la chiarezza della lingua di cui egli fa uso, la facondia sua propria, e il metodo più sano ond'egli le tratta, danno a quelle dottrine delle forme eleganti, ed un novo splendore, nel tempo stesso che le rendono più popolari conducendole a intrattenersi nella comune società degli uomini.
Page 128 - L'essenza è ciò che si pensa nell'idea della cosa (646). Noi dunque conosciamo tante essenze, quante sono le cose delle quali abbiamo qualche idea. Il dire che noi conosciamo le essenze in questo senso, è giusta proprietà di parlare: il che s'intenderà agevolmente, ove si faccia la seguente osservazione. Quando noi diciamo, « l'essenza di una cosa » , per esempio dell'albero, dell'Momo, del colore, della grandezza ecc., noi per significare la cosa della quale cerchiamo l'essenza, adoperiamo...
Page 295 - ... e la mia mente e tutte le menti soggioga, e soavemente domina, come un fatto, senza possibilità d'opposizione. Questo fatto dunque della verità, che mi sta presente ed è il mio lume intellettuale mi dice 1° che v'ha un effetto in me che non può esser prodotto né da me stesso, né da nessuna causa finita; 2° che questo -effetto è l'intuizione d'un oggetto a me (1) Jntelligcre pati est, sctre atitem facere, (De Anima.
Page 293 - L'idea dell'essere dunque dirige colla sua efficacia intima e impone leggi all'astrazione, e non può per conseguenza da questa esser prodotta ed originata (243). 1455. Perciò quando io nel corso di quest'opera chiamo l'idea dell'essere in universale astrattissima, non intendo clic sia dalla operazione dell'astrarre prodotta, ma solo ch'essa sia per sua natura astratta e divisa da tutti gli esseri sussistenti.
Page 295 - Ciò è; e ov' io non lo volessi dire , saprei tuttavia, che la cosa « sarebbe egualmente , anche a mio dispetto. La verità dunque , « l'essere, la possibilità mi si presenta come una natura eterna , « necessaria , tale , contro a cui non può alcuna potenza , poiché « non può concepirsi potenza , che valga a disfare la verità. E tut...
Page 108 - Quindi l'essere, non compito ed assoluto, è l'essere comunissimo, cioè un essere che può terminare in infinite cose, o essenziali a lui, o anco non essenziali. Questi ultimi termini dell'essere da noi percepiti, sono le cose reali finite. Il nostro sentimento, od una sua modificazione che noi proviamo, è uno de' termini dell'essere da noi intuito naturalmente.
Page 295 - ... non ha nulla che sia contingente, come noi siamo : è un lume, che noi percepiamo naturalmente, ma che ci signoreggia, ci vince, ci nobilita col sottometterci interamente a sé. Oltracciò noi possiamo pensare che noi non fossimo; sarebbe impossibile pensare che l'essere in universale, cioè la possibilità, la verità non fosse. Avanti di me il vero fu vero, né ci potè mai essere un tempo che fosse altro che cosi.
Page 130 - Vessenza de' corpi, in luogo di dire, non conoscer noi se queir essenza, che chiamiamo corpo, dipenda e si radichi in qualche altra essenza incognita, qual sua speciale potenza. Gran divario è dall'una all'altra di queste due sentenze; che chi dice la seconda, non dice che a noi sia incognito il corpo, ma sì qualche cos' altro diverso dal corpo onde il corpo dipenda.
Page 287 - E tutte queste osservazioni valgono a ribattere l'errore contrario a quel de" filosofi suaccennati* e di tutti quelli che, non trovando nell'idea dell'essere un ente reale e sussistente fuor della mente, gli negano ancora una vera oggettività, e ricorrono a dire che sia puramente soggettivo, cioè pura modificazion del soggetto (i).

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