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deserto, e non entrorono nella terra di promissione, di tutti li antiqui, più che duoi uomini. Ma che replichiamo le cose antique? conciosia che se etiam non aveste fatto quelle, di questo solo niuno vi giudicarebbe degni di ricever perdono, che non solamente voleste ricevere il Signore Cristo, promesso a voi per le voci sempre de' profeti, ma etiam l'uccideste di pessima e obbrobriosa morte. Il quale incontanente che noi abbiamo cognosciuto, subito credessimo; conciosia che a noi prima non era stato predicato di lui. Dove si prova che [se] abbiamo servito alli idoli, non è da esser imputato alla ostinazione della mente, ma alla ignoranza; imperò [che] quello che subito cognosciuto seguitammo, certo già lo avressimo seguitato, se prima lo avessimo cognosciuto. Ma voi [per] tal modo vi gloriate della nobilità della generazione, come non solamente la mutazione de' costumi, quanto la carnal natività vi facci esser figliuoli de' santi. Finalmente Esaù e Ismael, benchè siano della stirpe di Abraam, niente meno non sono reputati in figliuoli. Con questi tali modi l'uno l' altro contendendo, l' apostolo tramezzandosi, a tal modo declara le questioni delle parti, ch' egli conferma che nullo di loro abbia meritato la salute per la sua giustizia; ma amendue i popoli sciente e gravemente aver errato; li iudei, che per prevaricazione della legge hanno disprezzato Dio; e le genti, che cognosciuto il creatore dalla creatura, che doreano onorare Dio,

aveano mutato la sua gloria in li manufatti simulacri. Simul conferma, l' uno e l'altro esser conseguiti perdono; etiam dimostra con veracissima ragione esser uguali, massimamente quando dimostra esser predetto in quella medesima legge, e li iudei e le genti esser da esser chiamati alla fede di Cristo. Per la qual cosa, umiliandoli insieme, confortali alla pace e concordia.

LO ARGOMENTO

Romani sono in una parte d'Italia. Questi furono subornati dai falsi apostoli; e sotto il nome del nostro Signore Iesù Cristo erano indotti nella legge e ne' profeti. Questi l'apostolo, scrivendoli da Corinto, riduce alla vera ed evangelica fede.

Qui comincia la epistola di

Santo PAULO

alli Romani

CAPO I.

1. Paulo, servo di Cristo, chiamato apostolo, segregato per (predicare) l' evangelio di Dio,

2. il quale egli inanzi aveva promesso per li suoi profeti nelle sante scritture,

3. (che parlano) del suo figliuolo, il qual è fatto a lui del seme di David secondo la carne;

4. egli fu predestinato Figliuolo di Dio nella virtù secondo il spirito di santificazione, della risurrezione de' morti, di Iesù Cristo nostro Signore;

CAPUT I.

1. Paulus, servus Jesu Christi, vocatus Apostolus, segregatus in Evangelium Dei,

2. quod ante promiserat per Prophetas suos in Scripturis sanctis

3. de Filio suo, qui factus est ei ex semine David secundum carnem,

4. qui prædestinatus est Filius Dei in virtute secundum spiritum sanctificationis ex resurrectiona mortuorum Jesu Christi Domini nostri,

5. per il qual noi ricevemmo grazia e apostolato, a obbedire alla fede in tutte le genti per il

suo nome;

6. tra i quali voi siete chiamati di Iesù Cristo (nostro Signore);

7. (e questo dico) a tutti voi, che siete a Roma, amici di Dio, e chiamati santi; a voi sia grazia e pace da Dio padre, e dal Signor nostro Iesù Cristo. 8. Ma certo in prima referisco grazie a Dio per tutti voi, imperò che la vostra fede sia annunciata per tutto il mondo.

9. E Dio ne sia mio testimonio, al qual io servo nel mio spirito nell' evangelio del suo Figliuolo, che io sempre faccio memoria di voi

10. nelle mie orazioni, pregando che se per niuna guisa io alla fine potessi avere dritto viaggio, a venire a voi nella volontà di Dio.

11. Certo desidero di vedervi, per partecipare a voi alcuna cosa della grazia spirituale per confermarvi;

5. per quem accepimus gratiam, et Apostolatum ad obediendum fidei in omnibus gentibus pro nomine ejus,

6. in quibus estis et vos vocati Jesu Cristi :

7. omnibus, qui sunt Romæ, dilectis Dei, vocatis sanctis: Gratia vobis, et pax a Deo Patre nostro, et Domino Jesu Christo.

8 Primum quidem gratias ago Deo meo per Jesum Christum pro omnibus vobis, quia fides vestra annuntiatur in universo mundo.

9. Testis enim mihi est Deus, cni servio in spiritu meo in Evangelio Filii ejus, quod sine intermissione memoriam vestri facio

10. semper in orationibus meis: obsecrans, si quo modo tandem aliquando prospernm iter habeam in voluntate Dei veniendi ad vos.

11. Desidero enim videre vos, ut aliquid impertiar vobis gratiæ spiritualis ad confirmandos vos:

12. cioè ch' io con voi insieme mi possa consolare per quella fede, ch'è tra voi, insieme mia e vostra.

13. E voglio che voi sappiate, fratelli, che spesse volte mi ho proposto di venire a voi; e fummi vietato insino a qui; per avere alcuno frutto in voi secondo che nelle altre genti.

14. Imperò che alli greci e barbari, ai savii e alli insipienti, son (fatto) debitore.

15. E così [a] voi, che sete a Roma, prontamente desidero annunziarvi la parola di Dio.

16. Chè io non ho vergogna di predicare l' evangelio, per la virtù di Dio, e con salute, a ognuno che crede, al iudeo in prima e al greco.

17. E per quello certamente è manifesta la giustizia di Dio di fede in fede, secondo ch'è scritto; ma il giusto vive per la fede.

18. Certo l' ira di Dio manifestasi dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia delli uomini di coloro che tengono la verità di Dio nella ingiustizia.

12. id est, simul consolari in vobis per eam, quæ invicem est, fidem vestram atque meam.

13. Nolo autem vos ignorare, fratres, quia sæpe proposui venire ad vos (et prohi- | bitus sum usque adhuc), ut aliquem fructum habeam et in vobis, sicut et in ceteris gentibus.

14. Græcis ac Barbaris, sapientibus et insipientibus debitor sum,

15. ita (quod in me) promtum est et vobis, qui Romæ estis, evangelizare.

16. Non enim erubesco Evangelium. Virtus enim Dei est in salutem omni credenti, Judæo primum, et Græco.

17. Justitia enim Dei in eo revelatur ex fide in fidem, sicut scriptum est: Justus autem ex fide vivit.

18. Revelatur enim ira Dei de cælo super omnem impietatem, et injustitiam hominum eorum, qui veritatem Dei in injustitia detinent,

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