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Qui comincia

la epistola di Santo leronimo ad Eustochio,

portata per prologo alle sette

epistole canoniche.

Non è tale ordine appresso li greci, i quali integramente sanno e sèguitano la dritta fede, delle sette epistole che son dette Canoniche, come ritrovansi nelli libri latini; e imperò che Pietro è primo nell' ordine delli apostoli, etiam le sue epistole si hanno prime nell'ordine dell' altre. Ma come per il patto abbiamo corretto li evangelisti secondo la linea della verità, così adiuvante Dio abbiamo ridotto queste al proprio ordine. Imperò che una di queste è prima di lacobo, due di Pietro, tre di Ioanne, e una di Iuda; le quali se fussero translate fedelmente dalli interpreti in parlare latino, come da quelli son state ordinate, non ponerebbeno dubbio alli lettori; ed etiam la varietà de' parlari fra se non repugnarebbeno, massimamente in quel luogo dove leggemo nella prima epistola di Ioanne,

essere posto dell'unità della trinità. Nella quale abbiamo conosciuto dalli infedeli translatori essere stato molto errato della verità della fede, ponendo quelli in essa sua translazione li vocaboli di tre cose, cioè dell'acqua, del sangue e del spirito, e lassando il testimonio del padre e del verbo e del Spirito; nel qual massimamente e fortificasi la fede cattolica e provasi una sustanza della divinità del Padre, del Figliuolo e del Spirito santo. Ma quanto si dilunga nelie altre epistole la translazione delli altri, commetto alla prudenza del lettore. Ma tu, o vergine di Cristo, Eustochio, mentre che da me chiedi con grande instanza e frequentemente la verità della scrittura, tu esponi la mia vecchiezza essere morduta dalli denti delli invidiosi; li quali pronunziano, me essere falsario e corruttore delle sante scritture. Ma ioin tal opera non temo la invidia delli miei invidiosi; e alli dimandanti non denegarò la verità della santa scrittura.

In questa epistola Iacobo apostolo ammaestra il santo clero del culto delli celesti comandamenti, e della regola della cattolica osservanza, e della maestà della invitta impazienza, e della revelazione di molti, e della bugia delli maestri.

Qui comincia

la epistola di S. Iacobo apostolo.

CAPO I.

1. Iacobo (apostolo), servo di Dio e del nostro Signore Iesù Cristo, alli duodeci parentati che son in dispersione, salute.

2. Ogni allegrezza pensate, fratelli miei, quando caderete nelle varie tentazioni.

CAPUT I.

1. Jacobus, Dei et Domini nostri Jesu Christi servus, duodecim tribubus, quæ sunt in dispersione, salutem.

2. Omne gaudium existi mate, fratres mei, cum in tentationes varias incideritis,

3. sappiendo che il provamento della vostra fede adopera pazienza.

4. Ma la pazienza abbia opera perfetta, acciò che voi siate perfetti e integri, in nulla cosa vegnenti meno.

5. Ma se alcuno di voi ha bisogno di sapienza, addimandila a Dio, il quale dà abbondevolmente a tutti, e nulla rimprovera; e sarà data a lui.

6. Ma addimandila in fede, niente dubitando: però che quelli che dubita è simigliante all' onda del mare, la qual è mossa dal vento e menata intorno.

7. Adunque non si pensi quel uomo, che riceva cosa del Signore.

8. Uomo di doppio animo, non è permanevole in tutte le sue vie.

9. Ma rallegrisi il fratello umile nell' aggrandimento suo.

10. Ma il ricco nel suo abbassamento (pianga); però che si come fiore di fieno trapassarà.

3. scientes quod probatio | sitat, similis est fluctui maris, fidei vestræ patientiam ope- qui a vento movetur et circumfertur.

ratur.

4. Patientia autem opus perfectum habet, ut sitis perfecti et integri, in nullo deficientes.

5. Si quis autem vestrum indiget sapientia, postulet a Deo, qui dat omnibus affluenter, et non improperat: et dabitur ei.

6. Postulet autem in fide nihil hæsitas: qui enim hæ

7. Non ergo æstimet homo ille, quod accipiat aliquid a Domino.

8. Vir duplex animo, inconstans est in omnibus viis suis. 9. Glorietur autem frater humilis in exaltatione sua;

10. dives autem in humiJitate sua, quoniam sicut flos fueni transibit.

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