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11. Ma tu, carissimo, non pigliare il male esempio, ma piglia il buono. Chè quelli che bene fa, egli è da Dio; e quegli che fa male, non vede Iddio.

12. A Demetrio è renduta (buona) testimonianza da tutti, e da quella medesima verità; e noi gli rendiamo ancora testimonio, e conoscete che il nostro testimonio è vero.

13. Molte cose averei a scrivere a te; ma non ho voluto con penna e con inchiostro scrivere a te più.

14. Ho speranza di vederti prestamente, e parleremo a bocca a bocca. Pace sia a te. Salutanti gli amici tuoi; e tu saluta gli miei per nome.

11. Charissime, noli imitari malum, sed quod bonum est. Qui benefacit, ex Deo est; qui malefacit, non vidit Deum.

12. Demetrio testimonium redditur ab omnibus, et ab ipsa veritate, sed et nos testimonium perhibemus: et nosti quoniam testimonium nostrum verum est.

13. Malta habui tibi scribere: sed nolui per atramentum et calamum scribere tibi.

14. Spero autem protinus te videre, et os ad os loquemur. Pax tibi. Salutant te amici. Saluta amicos nominatim.

Qui comincia la epistola di

S. IUDA apostolo

1. luda, servo di Iesù Cristo e fratello di Iacobo, a coloro che son amici per Iddio Padre, e conservati e chiamati per Iesù Cristo.

2. Misericordia e pace e carità sia adimpita.

3. Carissimi, ogni sollicitudine facendo di scrivere a voi della vostra comune salute, mi fu necessario di scrivervi, pregandovi che soprastiate alla fede che una volta alli santi fu data.

4 Chè alquanti uomini copertamente son entrati, li quali d' in qua detrio furono condannati per malvagi in questo giudizio; e vanno transportando la grazia del nostro Iddio in lussuria, negando il nostro solo Dominatore e Signore Iesù Cristo.

1. Judas, Jesu Christi servus, frater autem Jacobi, his qui sunt in Deo Patre dilectis, et Christo Jesu conservatis et vocatis.

2. Misericordia vobis, et pax, et charitas adimpleatur.

3. Charissimi, omnem sollicitudinem faciens scribendi vobis de communi vestra salute, necesse habui scribere vobis,

VOL. X

deprecans supercertari semel traditæ sanctis fidei.

4. Subintroierunt enim quidam homines (qui olim præscripti sunt in hoc judicium) impii, Dei nostri gratiam transferentes in luxuriam, et solum Dominatorem et Dominum nostrum Jesum Christum negantes.

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5. Ma sì vi voglio ammonire, che voi sappiate in una fiata tutte le cose; imperò che Iesù salvando il popolo della terra d'Egitto, la seconda volta si disperse coloro che non credettero.

6. Eli angeli che non guardarono il suo principato, ma abbandonarono la loro mansione, li riservò sotto la oscurità delle tenebre nel giudizio del di grande (legati) con legami eternali.

7. E secondo ch' egli fece di Sodoma e Gomorra e dell' altre città di quella contrada, le quali fornicavano andando dopo altra carne (che di femine), che Iddio gli dètte per esempio, facendo loro sostenere la pena del fuoco eternale;

8. simigliantemente coloro (che) sozzano loro carne (con li vizii), e la signoria (rifiutano e) dispregiano, e la maestà biastemiano.

9. (Che) Micaele arcangelo, disputando col demonio, e tenzionando del corpo di Moisè, non fu ardito (l' arcangelo) di porregli giudizio di biastemia; ma dissegli così: Iddio ti signoreggi, (demonio).

5. Commonere autem vos volo, scientes semel omnia, quoniam Jesus populum de terra Aegypti salvans, secundo eos, qui non crediderunt, perdidit;

6. angelos vero, qui non servaverunt suum principatum, sed dereliquerunt suum domicilium, in judicium magni diei, vinculis æternis sub caligine reservavit.

7. Sicut Sodoma et Gomorrha et finitimæ civitates, si

mili modo exfornicatæ, et abeuntes post carnem alteram, factæ sunt exemplum, ignis æterni pœnam sustinentes.

8. Similiter et hi carnem quidem maculant, dominationem autem spernunt, majestatem autem blasphemant.

9. Cum Michael Archangelus, cum diabolo disputans, altercaretur de Moysi corpore, non est ausus judicium inferre blasphemiæ, sed dixit: Imperet tibi Dominus.

10. Ma questi (peccatori) ciò che non possono conoscere, sì biastemiano (e dicono male); e qualunque cosa conoscono naturalmente, secondo che bestie mutole, in quella si corrompono.

11. Guai a coloro! chè vanno per la via di Cain, e (a coloro che) dell' errore di Balaam son sparti (seguitando la pecunia) di guiderdonamento, e (coloro che) son periti contra dicendo (alle buone cose) come fece Core.

12. Questi stanno ne' grandi mangiari, facendo (mali) conviti, e senza alcuno timore si pascono bene; e son nuvoli senza acqua, li quali son portati intorno dalli venti; son àlbori autunnali senza frutto, due volte morti e diradicati.

13. E son tempestati del crudele mare, gittando fuora le loro sozzure (e le loro vergogne) secondo che il mare la schiuma; e son le stelle erratiche, alli quali si è servata la tempesta delle tenebre in sempiterno.

14. E di questi tali profetò Enoc, che fu il set

10. Hi autem, quæcumque quidem ignorant, blasphemant; quæcumque autem naturaliter, tamquam muta animalia, norunt, in his corrumpuntur.

11. Væ illis, quia in via Cain abierunt, et errore Balaam mercede effusi sunt, et in contradictione Core perierunt.

12. Hi sunt in epulis suis maculæ, convivantes sine timore, semetipsos pascentes, nubes sine aqua, quæ a ventis

circumferuntur, arbores autumnales, infructuosa, bis mortuæ, eradicatæ,

13. fluctus feri maris, despumantes suas confusiones, sidera errantia; quibus procella tenebrarum servata est in æternum.

14. Prophetavit autem et de his septimus ab Adam Enoch, dicens: Ecce, venit Dominus in sanctis millibus suis

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