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CAPO V.

Delle otto beatitudini : gli Apostoli sale della terra e luce del mondo: non è venuto Cristo per iscioglier la legge, ma per adempirla: del non adirarsi contro il fratello: del non desiderare la donna altrui del taglio del membro, che è cagione di scandalo: del non ripudiare la moglie: del non giurare: del non resistere al male; dell' amor dei nemici.

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Vers. 2. E aperta la sua bocca. Con questa maniera di parlare l'Evangelista vuol farci intendere, che, sebbene altre volte Gesù avea parlato e insegnato, ora però sta per manifestare (come dice s. Ilario) de' misterj fin allora taciuti.

Vers. 3. Beati i poveri di spirito. Comincia questo altissimo sermone col proporre la via ę i mezzi, per cui giungere a conseguir quella cosa che tutti non solo amano, ma non possono non amare; quella, per cui sola amano, e desiderano tutte le altre cose. Tutti vogliono esser beati; ma in che, e dove stia questa beatitudine, e per quali strade ad essa pervengasi, non tutti lo sanno anzi in questo un infinito numero d' uomini si ingannò e s' inganna. Quelli, che Cristo dichiara beati, nol sono ancora di fatto, ma in isperanza ; e beati sono per questo appunto, perchè battono la vera strada, per cui arriveranno ad essere beati. Egli

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6. Beati, qui esuriunt, et 6. Beati quelli, che hanno sitiunt iustitiam quoniam fame e sete della giustizia: ipsi saturabuntur. perchè questi saranno satol

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lati.

è però vero, che di questa beatitudine un saggio godono essi anche nella vita presente. I poveri di spirito sono in primo luogo quelli, i quali non per necessità > ma per volontà ispirata da Dio, si fanno poveri per amore della parola del Signore, che disse: Va, vendi tutto quello, che hai, e sieguimi, come spiega s. Basilio, Reg. brev. 205. A questi in cambio delle grandezze e de' beni terreni è promesso un regno, vale a dire, un complesso di beni eterni infiniti nella gloria celeste. In secondo luogo quelli, i quali avendo de' beni terreni, non pongono però in questi il cuor loro, e sono pronti a lasciarli, quando così convenisse per la loro salute.

Vers. 4. Beati i mansueti. Simili al loro maestro mansueto e umil di cuore, i quali, (dice s. Agostino), nel soffrire i giudizj divini non mormorano, e con placida soavità di costumi cedono alla malvagità dei cattivi. A questi è promessa in eredità la nuova terra della vita futura: quella terra, che si conquista colla longanimità e colla pazienza.

Vers. 5. Beati coloro, che piangono. Piangono e i proprj falli e i pericoli, ne'quali si trovano, portando, finchè dura il loro pellegrinaggio, nelle lor membra quella legge del peccato, che si oppone alla legge della lor mente; onde gridano coll' Apostolo: infelice me ! chi mi líbererà da questo corpo di morte, Rom. VII. 23. 24. Dagli occhi loro asciugherà Dio stesso le lacrime, e gli consolerà pienamente in quella patria, dove nè pianto, nè dolore sarà giammai. Apocal. VII. 17.

Vers. 6. Quelli, che hanno fame e sete della giustizia. Hanno viva e ardente brama della salute, e con fervorosa sollecitudine abbracciano i mezzi necessarj per conseguirla.

7. Beati misericordes :

7. Beati i misericordiosi: quoniam ipsi misericordiam perchè questi troveranno mi

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Vers. 7. I misericordiosi. Questa misericordia consiste in una inclinazione dolce e benefica trasfusa in noi dalla grazia, la quale ci rende pronti a sollevare ed ajutare e consolare, in qualunque maniera per noi si possa, gli afflitti e i miserabili, e in questa virtù anche includesi il perdono delle ingiurie e la dilezione de' nemici .

Vers: 8. Il cuor puro. Vuoto dell'amor delle creature e di tutti i de. siderj delle carne. E ben si dice, che questi vedranno Dio; perchè sano e purgato hanno quell' occhio del cuore, col quale le cose spirituali ri

miransi.

Vers. .9. I pacifici. La mansuetudine riguarda il prossimo: la pace dell'uomo pacifico riguarda lui stesso: e questa consiste nella libertà dell'anima dai turbamenti delle sregolate passioni, e nell' avere perfettamente soggetta la carne allo spirito, e lo spirito a Dio. I pacifici saran chiamati figliuoli di Dio; vale a dire saran simili a Dio, che è Dio della pace.

Vers. 10. Quei, che soffrono per la giustizia. Dice per la giustizia ; perchè le pene, che un uomo patisce come malfattore, non onorano la fede, ma puniscono la perfidia. Che se ben facendo (dice s. Pietro), e patendo, soffrite in pazienza, questo è il merito dinanzi a Dio. I. Petri II. 20.

Riduciamo in compendio queste beatitudini. Beati coloro, i quali, disprezzate le ricchezze, gli onori, i piaceri, le comodità terrene, amano, e seguono la giustizia con tanto ardore, che qualunque persecuzione per essa soffrono di buon animo: imperocchè possederanno sta

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11. Beati siete voi, quando gli uomini vi malediranno, e vi perseguiteranno, e diranno di voi falsamente ogni male per causa mia.

12. Rallegratevi, ed esultate, perchè grande è la vostra ricompensa ne cieli: imperocchè così hanno persegui tato i profeti, che sono stati prima di voi.

13. Voi siete il sale della terra. Che se il sale diventa scipito, con che si salerà egli? E non è più buono a nulla, se non ad esser gettato via, e calpestato dalla gente.

bilmente, e come per diritto di eredità il regno celeste, inondati di gaudio, ricolmi di tutti i beni, liberi da ogni male, veggenti Dio a faccia a faccia, e con lui regnanti, come figliuoli col padre. E qui ognun vede, come le virtù corrispondenti a queste beatitudini sono tra di loro connesse ; e van sempre crescendo, e sono necessarie per la salute e sono tutte in un certo grado non di puro consiglio, ma di precetto.

Vers. 11. 12. Beati siete voi. Applica qui a' suoi discepoli la precedente dottrina, e gli incoraggisce alla pratica di essa coll' esempio degli antichi profeti, al ministero de' quali doveano essi succedere. E anche questa applicazione dimostra, come la stessa dottrina non è pe' soli Apostoli, ma per tutti i Cristiani.

Vers. 13. Voi siete il sale della terra. Paragona i suoi discepoli al sale, perchè dovea mandargli a un mondo corrotto e guasto di costumi per convertirlo, e perchè debbono affaticarsi a preservare i fedeli dalla corruzione, e a dar loro il gusto delle cose celesti.

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Vers. 14. Voi siete la luce. Voi dovete illuminare gli uomini colla verità della dottrina e colla purezza de' vostri costumi. Imperocchè con queste comparazioni non tanto vuol lodare (come notò s. Ilario) la virtù de' discepoli, quanto istruirli delle obbligazioni del lor ministero . Non può essere ascosa ec. Siete stati da me collocati in posto eminente nella mia casa; risplenda agli occhi di tutti la virtù vostra, come una città edificata sopra di un alto monte sarà sempre visibile a tutti. Badate, che o la pigrizia, o il timore delle contraddizioni, o gli umani rispetti non vi ritengano dal servire colla parola e coll' esempio alla santificazione de' prossimi .

Vers. 16. Affinchè veggano. Questo affinchè non dinota già il fine, per cui tali cose debbono farsi, ma si la conseguenza e il bene, che dal farsi tali cose deriva naturalmente. Imperocchè questo stesso di avere, bene operando, l'approvazione degli uomini alla gloria di Dio dee riferirsi, il quale è l'autor d'ogni bene: e il popolo ammirando la santità de' ministri del Vangelo a Dio darà gloria, e renderà grazie pel bene, che ha posto in essi; e molto più gli darà gloria facéndosi a imitar la lor perfezione.

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