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IL CONCETTO

DELLA

DIVINA COMMEDIA

DELLA

DIVINA COMMEDIA

DI

DANTE ALIGHIERI

DIMOSTRAZIONE

DI FRANCESCO BERARDINELLI

D. C. D. G.

NAPOLI

GABRIELE RONDINELLA, EDITORE

8, S. Anna de' Lombardi

1859

811126.12

DEC 5 11

زنگ

C

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AVVERTIMENTO DELL'AUTORE

Una quasi necessità, più che libero consiglio, mi condusse a meditare sopra il Concetto della Divina Commedia di Dante Alighieri. Doveva io ai giovani affidati alle mie cure dar a gustare alcun poco delle sovrane bellezze di questo mirifico Poeta; e spesso fra i molti di buon ingegno incontrando taluni e più perspicaci e più desti degli altri, era come sospinto. parte dall'amore che ho avuto sempre grandissimo al Padre della italiana poesia, e parte dall'ardente desiderio che scorgeva in que' valorosi giovanetti di apparare, a volere con private lezioni guidarli nello studio di tutta intera la Divina Commedia. Ora qual cosa più necessaria nell'ufficio di espor re un'opera o, pognamo, una parte notevole di essa, che fermare innanzi ogni altra cosa nitidamente il concetto, che l'autore vi ha voluto imprimere? Ma qui era l'intoppo del fatto nostro, non dico solamente pe' giovani, ma per me medesimo. Perciocchè recandomi a cercare la verità ne’comentatori, ed in quelli segnatamente che aveano scritto più di proposito sopra tale argomento, non altro mi avveniva di raccogliere nell'animo che opinioni svariate,dubbii circa tutte, difficoltà contro di ciascuna.

Per contrario, come io rivolgeva i miei studii alla Divina Commedia, e vie meglio mi faticava di penetrare gl'intendimenti dell'Autore, io vedeva sempre balenarmi alla mente una medesima idea, quasi una luce che mi riflettesse da quelle carte, la quale col proceder dell'opera mi riusciva

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