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pa veniale lo muove a nausea e ad abborrimento grandissimo. La sua sapienza è così immensa, che nulla dimentica del passato, tutto conosce il presente, tutto vede il futuro. La sua potenza è così sovrana, che in lui il potere s'agguaglia al volere.

Inoltre è così ricco, ut thesaurorum eius non sit finis 1. E così provvido, ut omnia in mensura, numero et pondere disponat 2. E così costante, ut apud eum non sit transmutatio, nec vicissitudinis obumbratio 3. È così forte, ut nullus ei sit similis 4. Ma chi varrà a poter noverare le sue perfezioni e la grandezza delle opere sue? Quis sufficiet enarrare opera illius, quis investigabit magnalia eius? Virtutem magnitudinis eius quis enarrabit 5? E un Dio così grande, così perfetto, non s'amerà di tutto amore? Ah si ami una volta; si ami, si ami! ma l'amor nostro sia verace, sia caldo, sia operoso; sicchè il fine degli Esercizii sia il cominciamento d'una vita più perfetta, la quale debba crescere costantemente fino alla morte.

Affetti.

O Serafini dunque a tal segno pervenne la tepidezza degli uomini, che sia mestieri aguzzare ogni stimolo, per incitarli ad amare il sommo bene? O anima! Dio per tuo amore e a tuo vantaggio operò sì grandi cose; t'arricchì di benefizii moltissimi di numero, d'utilità massimi, di prezzo infiniti; t'è di continuo presente colla sua essenza, provvidenza e potenza: e tu negherai di ricambiargli dilezione d'amore?

Ah infelice! Dio ti ama... Dio... te... l'onnipotente... un verme sì abbietto. E t'ama d'un amore eterno, infinito, gratuito, tenerissimo; e tu non l'ami? O ingrato! ami pure un uomo che ti voglia bene; anzi se una bestiuola ti carezza, tu l'ami. E Dio che ti stringe al seno, ti regala, ti vezzeggia, ti benefica, ti provvede, ti conserva, ti ama tanto, non sarà degnato d'un tuo guardo, d'un affetto del tuo cuore? Ed è pos

1 Isa. 2. v. 7.
2 Sap. 11. v. 12.
3 Iac. 1. v. 17.

4 Iob. 36. v. 2.

5 Eccl. 17. v. 2.

sibile! E si dà anima così fredda, così dura, così villana, così perversa, così feroce? Ah dirò piuttosto così stupida, così insensata? Poichè nè durezza tanto adamantina, nè ferocia tanto rabbiosa può esservi, che non s'ammollisca e non s'ammansi al solo pensare, che Dio l'ama, e l'ama d'un amore così sviscerato.

O Dio di misericordia, conosco la mia ingratitudine. Mi vergogno, mi confondo dinanzi a voi. Ah non ho amato l'amore! Un Dio infinitamente amante di me e per le infinite sue perfezioni degnissimo d'essere amato, non fu mai corrisposto, non ebbe altro in contraccambio che offese! Ei beneficii, io sconoscenze: egli amore, io odio. Ma me ne pento e abborro la mia durezza. Vinceste, o Amore infinito, vinceste. A voi si dee tutto il mio cuore, ed io ve lo dono. D'ora innanzi non amerò che voi, e v'amerò tanto più intensamente, quanto più tardi ho cominciato ad amarvi.

V'amo, v'amo, o amabilità, o bontà, o bellezza infinita. V'amo, v'amo, non per isperanza di premio, non per timore di pena; ma per voi solo, perchè siete bontà per essenza. E v'amo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze, apprezzandovi sopra tutte le cose, sopra tutt' i piaceri, le ricchezze, gli onori e la vita. Vi servirò in quel luogo, in quell'offizio, in quel grado, in quella condizione, nella quale vorrete ch'io vi serva. Imiterò Gesù Cristo nel terzo grado di umiltà; e lo imiterò pienamente, costantemente, con tutto il fervore, con tutte le forze, anelando sempre alla maggior perfezione. Ah fate che stia fermo nel mio proposito, e che se finora peccando vissi, almeno amando muoia.

COMPENDIO

I. Dio merita d'essere amato per l'amore col quale ci ama. La carità di Dio verso noi contiene per eccellenza i tre caratteri del vero amore : poichè 1.° Opera cose grandi. E Dio le ha operate per te. T'ha creato dal nulla; t' ha dato tre sì nobili facoltà all'anima; si interi sentimenti al corpo, sì buone qualità naturali e morali a tutta la persona. Conserva il mondo per te per te lo fa abbondare d'ogni cosa. Di più ti redense, ti santificò, t'adottò in figliuolo: ti diè grazie, ti apparecchiò il Paradiso.

2.o Il vero amante comunica coll'amato tutt' i suoi beni. Dio lo fece in un modo maraviglioso; poichè, non contento di aver creato tante cose a tuo vantaggio, ti diede il suo divin Figliuolo, perchè ti redimesse, anzi nella SS. Eucaristia lo incorporò con te medesimo, facendolo tuo cibo.

3.o Chi ama sta sempre presente all'oggetto amato. Dio non ti lascia mai. T'è presente colla sua essenza, colla sua potenza, colla sua provvidenza. E tu non gli ricambierai tanto amore? Non farai cose grandi per lui, non gli comunicherai tutti i tuoi beni e te stesso? Non bramerai di stargli ognora presente?

II. Dio merita d'esser amato pel modo, col quale ti ama. Poichè; 1.' Egli t'ama ab eterno, cioè fino d'allora che cominciò ad amare sè stesso. 2. D'un amore gratuito senza alcuno tuo merito. 3.o D' un amore infinito. 4. D'un amor tenerissimo.

III. Dio merita d'essere amato per le infinite sue perfezioni. Tanta è la sua amabilità, tanta è la sua bellezza, tanta è la sua bontà, che se i dannati, anche per un momento solo, la potessero vedere e gustare, tutte le pene loro si convertirebbero in dolcezze; tutto l'inferno in paradiso; tutto il loro odio in amore. E un Dio così perfetto non sì amerà?

INDICE

Premonizione.

Ragione di questo volume

pag. V

>> XIII

Memorie intorno la vita del P. Michele Szczytt polacco,
sacerdote novizio della Compagnia di Gesù.

Capo I. Sua nascita, educazione ed entrata nella Compa-

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Capo II. Sue virtù in tutto ciò che riguarda la perfezione re-

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3

12

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L'arte di goder sempre, opera del P. Alfonso de Sarasa.
della Compagnia di Gesù, tradotta e compendiata.

Il traduttore a chi legge

Cenni sulla vita del P. Alfonso de Sarasa .

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37

41

>>> 45

>>

48

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Capo I. Che la pace è da cercarsi dentro e non fuori di noi » 47
§. 1. Che il mondo è pieno di tumulti e di noie.
§. 2. Una sola cosa essere nel mondo che ci travaglia, cioè
l'opinione che nulla vi si operi rettamente

§. 3. Che per aver quiete d'animo si è da correggere que-

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49

» 51

§. 4. Fa di volere che tutto vada a tuo senno, e avrai pace.» ivi

LEZIONE

Per l'ultimo giorno degli Esercizii.

§. I.

I. Siccome la prima settimana riguarda la via purgativa; la
seconda e la terza la via illuminativa, così la quarta (cui si
riferisce quest'ultimo giorno) appartiene alla via unitiva; pe-
rocchè in essa col desiderio del cielo, coll'amore di Cristo e
di Dio, e colla uniformità della nostra volontà alla divina, ci
uniamo a quell'ultimo nostro fine, che S. Ignazio ci propose a
contemplare nel primo giorno degli Esercizii; acciocchè fosse
l'ultimo nella esecuzione, quello che nella intenzione fu il pri-
mo; ed affinchè, veduta la felicità del termine, a cui tendia-
mo, tanto più facilmente c' induciamo a lasciare il termine,
da cui dovevamo allontanarci, ch'è il peccato.

S. Ignazio, per più sicuramente giungere a questo scopo, ci
condusse colla considerazione della gravità dell'offesa divina
e colla memoria dei novissimi, all' esecrazione principalmen-
te del peccato mortale, e (per via della cognizione di noi stes-
si) all' estirpazione delle sue radici, guidandoci con questo
mezzo nella via della salute e della virtù. Perchè più sicuri
camminassimo per quella, nella meditazione del regno di Cri-
sto ci propose a condottiere Gesù; per imitarlo principalmente
nella povertà, nel disprezzo e nell'afflizione, e così opporci
a quel vizioso appetito delle ricchezze, degli onori e dei pia-
ceri, che tanto può sulla corrotta nostra natura.

Inoltre nella meditazione dei due stendardi e delle tre classi
d'uomini, ci animò ad ascendere fino al terzo grado d'umiltà,
persuadendoci ad imitare Cristo povero, umiliato ed afflitto,
negli affanni, nelle umiliazioni e nella povertà, se anche fosse
eguale la sua gloria e il nostro bene col vivere ricchi, prospe-
rosi e onorati; soltanto per poter essere più simili a lui. Per
confermarci nel nobile nostro divisamento, ieri ci propose a
meditare Cristo che patisce, oggi Cristo che risorge, affinchè

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